“Necessari nuovi accertamenti sul Dna, la famiglia di Marianna Greco chiede incidente probatorio

L’istanza degli avvocati Francesca Conte e Francesco Tobia Caputo, è stata presentata al pm Stefania Minnini, titolare del fascicolo d’indagine.

I difensori della famiglia di Marianna Greco, la 37enne di Novoli trovata senza vita nel letto della sua abitazione, chiedono l’incidente probatorio. L’istanza degli avvocati Francesca Conte e Francesco Tobia Caputo, è stata presentata al pm Stefania Minnini, titolare del fascicolo d’indagine.

In particolare, viene avanzata una richiesta di verifica, dell’appartenenza a Marianna Greco del frammento di laringe-trachea, fissato in formalina, consegnato dal Dr. Vaglio al collegio peritale durante le operazioni del 5 luglio 2019.

I legali chiedono, un eventuale conferimento dell’incarico per l’estrazione ed il confronto del DNA ai RIS di Roma, da espletarsi con incidente probatorio dinanzi al GIP.

La difesa considera necessario confrontare il DNA da estrarre dai suddetti reperti con quello dei numerosi campioni di tessuti organici prelevati dalla salma di Marianna Greco in sede di riesumazione, per poi, eventualmente procedere, in caso di risultati scientificamente non affidabili, al confronto tra il DNA dei primi e quello dei genitori.

Le indagini

Il cadavere di Marianna Greco è stato rinvenuto nel letto della sua abitazione, la mattina del 30 novembre del 2016. Era toccato alla mamma fare la tragica scoperta: notare sul collo della figlia i segni delle coltellate. Quattro tagli che non le hanno lasciato scampo.

Nei mesi scorsi, su istanza della difesa, è stata disposta la riesumazione della salma ed eseguita l’autopsia. L’esame – voluto per cercare di chiarire i tanti dubbi sollevati dalla famiglia che non ha mai creduto alla tesi del suicidio – è stato eseguito dai medici legali Roberto Vaglio e Francesco Introna.

Ad ogni modo, dai primi accertamenti autoptici, non sarebbero emersi “segni di difesa”, compatibili con una colluttazione.

Ricordiamo che i Legali della famiglia di Marianna, nei mesi scorsi, avevano depositato una dettagliata memoria difensiva, corredata da una serie di consulenze tecniche. In particolare, il medico legale Giuseppe Fortuni aveva evidenziato alcuni aspetti da approfondire, con ulteriori accertamenti investigativi. I segni sul corpo di Marianna (un’unghia spezzata e tre tagli su tre dita della mano destra ritenuti compatibili con ferite da difesa, come se avesse lottato per sopravvivere) e la posizione del corpo, coperto con un lenzuolo bianco e adagiato in diagonale sul letto matrimoniale.

Indagato il marito

Il pm ha iscritto registro degli indagati il marito della donna, un imprenditore 43enne di Campi Salentina, difeso dagli avvocati Antonio Tommaso De Mauro e Luigi Rella. Un atto dovuto, come scrive lo stesso pm, per permettere all’uomo – che ha continuato ad urlare la sua innocenza anche nell’ultimo interrogatorio – di nominare un suo consulente.



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