Esplosione nella fabbrica di fuochi d’artificio, chiusa l’inchiesta: tre indagati per omicidio colposo

Secondo la Procura, i tre indagati sarebbero responsabili del decesso di Gabriele Cosma e Giovanni Rizzo. I pm contestano una serie di omissioni.

Chiusa l’inchiesta sul tragico incendio della fabbrica di fuochi d’artificio, a seguito del quale hanno perso la vita il figlio del titolare, appena 19enne, ed un operaio, morto dopo il ricovero in ospedale.

Risultano indagati: Dario Raffaele Cosma, 49enne, padre della vittima, in qualità di titolare firmatario dell’azienda. E poi, i fratelli Gianluca Cosma e Andrea Cosma, entrambi 44enni di Monteroni, in qualità di soci.

Rispondono dell’ipotesi di reato di cooperazione in omicidio colposo, in violazione delle norme per la prevenzione infortuni sul lavoro.

Gli indagati sono tutti assistiti dagli avvocati Massimo Bellini e Francesca Conte. Hanno venti giorni a disposizione per chiedere di essere interrogati o produrre memorie difensive.

L’inchiesta

L’avviso di conclusione è a firma del Procuratore Aggiunto Elsa Valeria Mignone e del Sostituto Procuratore Roberta Licci. Secondo la Procura, i tre indagati sarebbero responsabili del decesso di Gabriele Cosma e Giovanni Rizzo, poiché entrambi “di fatto prestanti attività lavorativa all’interno dell’azienda” .

I pm contestano agli indagati una serie di omissioni. Anzitutto, la produzione di polvere pirica, mediante una macchina di tipo artigianale (detta, “mulino a biglie”) e in assenza di autorizzazioni. E poi, la mancanza di un documento sulla valutazione dei rischi, derivanti soprattuto dalla presenza di agenti chimici pericolosi sul luogo di lavoro.

Non solo, poiché gli indagati non avrebbero avvisato e formato adeguatamente i lavoratori sulle normative di legge e non avrebbero fornito loro idonei dispositivi di sicurezza individuale.

Secondo la Procura, infine, il luogo di lavoro in cui hanno perso la vita due persone non risulterebbe conforme ai requisiti previsti dalla legge. Il riferimento è ai pavimenti ed alle pareti dei locali destinati alla lavorazione di materie infiammabili. In particolare, il manufatto dove si è verificata l’esplosione risulterebbe “abusivo” e non sarebbe presente in alcuna planimetria. Così come la vicina cassetta contenente una presa di tipo industriale, alimentata con un cavo interrato e una prolunga (entrambe non riportate nella documentazione dell’impianto elettrico).

La tragedia

Nella mattinata del 9 novembre del 2018, intorno alle ore 8.30, si è verificata un’esplosione nella fabbrica di fuochi d’artificio sita in Contrada Palombi ad Arnesano, causando il crollo di una parte della struttura. Nel punto in cui si è consumata la deflagrazione, all’interno dell’azienda di famiglia, erano presenti Gabriele Cosma e Giovanni Rizzo

L’esplosione è stata fatale per il primo, mentre il secondo è stato trasportato d’urgenza presso il Reparto Grandi Ustionati dell’ospedale “Perrino” di Brindisi ed è deceduto il 16 novembre.

Le indagini sono state condotte dai Militari dell’Arma del Gruppo Artificieri, del Nucleo Investigativo e della Compagnia di Lecce e dallo Spesal.



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