40enne travolta da un furgone, dopo essere scesa dall’auto: due indagati per omicidio stradale

La Procura ha chiuso le indagini sull’incidente avvenuto il 13 giugno del 2019, sulla Lecce-Gallipoli e costato la vita a Angjelina Zefi, 40enne di origini albanese.


Chiusa l’inchiesta sul sinistro stradale avvenuto nel giugno dell’anno scorso, sulla Lecce-Gallipoli, in cui perse la vita una giovane donna albanese, travolta in pieno da un furgone.

Nell’avviso di conclusione delle indagini, a firma del sostituto procuratore Massimiliano Carducci, viene ricostruita la complessa dinamica dell’incidente, per il quale risultano indagati con l’accusa di cooperazione in omicidio stradale: L.D.S., 35 anni di Roma, assistito dall’avvocato Ivana Quarta ed F.M., 55 anni di Sannicola, difeso dal legale Giuseppe Vinci. Sono accusati anche di avere causato traumi e fratture a dei passeggeri e al conducente di un altro veicolo. Quest’ultimo era stato inizialmente iscritto nel registro degli indagati, ma la sua posizione è stata stralciata.
L.D.S. ed F.M. hanno venti giorni a disposizione per chiedere di essere interrogati o per produrre memorie difensive.

L’incidente avvenuto il 13 giugno del 2019, sulla strada statale 274, all’altezza dello svincolo per Baia Verde e Li Monaci, è costato la vita a Angjelina Zefi, 40enne di origini albanese, che risiedeva a Casarano. Tutto è cominciato dopo un tamponamento tra la Renault Megane, condotta dalla signora albanese e una Mini Countryman, il cui conducente era L.D.S., con a bordo una passeggera. Nulla di preoccupante, tant’è che le auto si sono accostate vicino ad una curva e i guidatori – tra cui la donna che viaggiava insieme alla cognata – sono scesi per fare la classica “costatazione amichevole”, il cid. Mentre stavano compilando il modulo, è però sopraggiunto un furgone Iveco guidato da F.M. che ha travolto in pieno la donna, in piedi accanto alla Megane. L’impatto è stato talmente violento che è morta sul colpo. Gli altri feriti, invece, sono stati accompagnati in “codice rosso” agli ospedali più vicini. Sul posto anche i carabinieri della compagnia di Gallipoli.

La dinamica dell’incidente è stata ricostruita dal consulente tecnico nominato dalla Procura.
F.M., alla guida del camioncino Iveco, procedeva a circa 83 km/h (oltre il limite di 70 km/h). E sulla destra della carreggiata, erano fermi in sosta, le due vetture coinvolte nel precedente tamponamento. La signora albanese ed L.D.S. si trovavano all’esterno, ma non indossavano alcun dispositivo retroriflettente di protezione individuale e non avevano provveduto alla segnalazione dei veicoli fermi, con apposito segnale mobile triangolare.

A quel punto F.M. frenava e deviava la traiettoria verso corsia di sinistra, ma senza riuscire ad evitare l’impatto con la parte posteriore sinistra della Megane. La macchina, dopo l’urto, travolgeva L.D.S. che riportava la frattura della caviglia e la signora Zefi, la quale veniva schiacciata tra le due macchine in sosta. In seguito, il furgone guidato da F.M., che dopo il primo impatto andava ad invadere la corsia di sorpasso, finiva per scontrarsi con un’altra macchina, impossibilitata ad evitare lo scontro.



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