Procura chiude l’inchiesta sul movimento No Tap, indagate 47 persone. I nomi

Gli episodi contestati nell’avviso di conclusione delle indagini si sarebbero verificati tra novembre del 2017 e giugno del 2018.

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La Procura chiude l’inchiesta su di una lunga serie di episodi aventi come protagonisti i militanti del movimento No Tap.

Il procuratore aggiunto Guglielmo Cataldi ed il sostituto procuratore Maria Consolata Moschettini hanno notificato l’avviso di conclusione delle indagini a 47 persone. Rispondono a vario titolo ed in diversa misura di: danneggiamento, resistenza ed oltraggio a pubblico ufficiale, violenza privata, deturpamento di beni immobili, getto pericoloso di cose, interruzione di pubblico servizio.

Gli indagati

Nello specifico, risultano indagati: Angela Argentiero, 28enne di Grottaglie; Antonella Bizzarro, 36 anni di Melendugno; Ilaria Bonazza, 21anni di Muggia (provincia di Trieste); Roberto Bottamedi, 29 anni di Civezzano (provincia di Trento); Maria Grazia Bruno, 30enne di Melendugno; Marco Caione, 38enne residente a Roma; Mattia Candido, 20enne di Melendugno; Mariaconcetta Cappello, 41 anni di Scorrano; Marco Carati, 31 anni di Martano; Stefano Coppola, 47 anni di Carmiano; Lorenzo Cortese, 30enne di Melissano; Valentino Ciurlante, 36 anni di Melendugno; Leonardo Curti, 44 anni di Lecce; Beatrice Maria De Santis, 22enne di Calimera; Francesca Di Pietro, 32 anni di Taranto; Andrea Stefania Durante, 28enne di Melendugno; Clara Evangelio, 21 anni di Melendugno; Marina Angela Ferrari, 41 anni di Lecce; Andrea Ferrari, 44 anni leccese; Simone Fina, 26 anni di Melendugno; Paolo Fiore, 33 anni di Leverano; Sabine Giese, 54enne residente a Piacenza; Mauro Greco, 53enne di Melendugno; Patrizia Greco, 63 anni di Lecce; Walter Legittimo, 33enne leccese; Elena Lorenzo, 28 anni di Lizzanello; Giuseppina Margherito, 39 anni di Brindisi; Alessandro Martella, 33enne di Lecce; Aurora Mingiano, 29 anni di Lizzanello; Valentina Minio, 27 anni di Squinzano; Ivan Mirto, 50enne di Martano; Giacomo Montefusco, 31enne di Martano; Federico Oliva, 27 anni di Trepuzzi; Riccardo Palma, 21 anni di Carpignano Salentino; Massimo Passamani, 46 anni di Rovereto (provincia di Trento); Giulio Patarnello, 24enne di Lequile; Saverio Pellegrino, 52 anni di Lecce; Alice Persano, 31 anni, nata a Cesena; Andrea Pizzuto, 21 anni di Borgagne; Giuliana Ratano, 34enne leccese; Ferruccio Rizzo, 32enne leccese; Luca Romeo, 40 anni di Melendugno; Lucia Sampere, 30 anni di Alessano; Francesco Serafini, 40enne di Melendugno; Silvia Spadina, 21 anni di Verona; Antonia Tommasi, 56 anni di Melendugno; Anna Maria Vergari, 21 anni di Soleto.

Il collegio difensivo

Gli indagati hanno venti giorni a disposizione per depositare memorie difensive o chiedere di essere interrogati. Sono assistiti, tra gli altri, dagli avvocati: Giuseppe Milli, Carlo Sariconi, Francesco Calabro Elena Papadia, Pompeo Demitri, Giuseppe Minerva; Roberto Tarantino, Sergio Luceri, Angelo Terragno, Alexia Pinto, Francesco Stella, Vincenzo Carbone, Laura Bruno, Cristian Marchello, Giandomenico Daniele, Carlo Reho,Valeria Priore, Luca Puce, Andrea Stefanelli, Cristiano Solinas, Monica Greco, Massimo Astore, Daniele Scala, Giovanna Caggiula, Maria Antonella De Rubertis.

L’inchiesta

Gli episodi si sarebbero verificati tra novembre del 2017 e giugno del 2018. Sotto la lente d’ingrandimento della Procura e degli agenti della Digos sono finiti, anzitutto, il lancio di uova contro gli uffici Tap e le intemperanze verso i poliziotti, in occasione di una manifestazione contro la realizzazione del gasdotto.

Invece, sempre a Lecce, presso la stazione ferroviaria ed il centro storico, alcuni di loro avrebbero imbrattato i muri con la vernice spray o inveito contro le forze dell’Ordine, all’ingresso della Questura, in occasione dell’arresto di un militante.

E poi, le azioni di protesta a Melendugno, presso San Basilio, quando in concomitanza con l’inizio dei lavori, secondo l’accusa, alcuni indagati avrebbero impedito agli operai di entrare ed uscire liberamente dal cantiere. Stesso trattamento avrebbero ricevuto, in un’altra occasione, alcune guardie giurate, raggiunte anche da un lancio di sassi.

Non solo, poiché nell’avviso di conclusione, sono confluite altre manifestazioni di dissenso in occasione della visita del segretario della Lega Matteo Salvini. Il 15 febbraio dello scorso anno, in particolare, durante il comizio del leader politico, organizzato a Martano presso la sede di un’azienda olearia, alcuni manifestanti avrebbero inveito nei confronti dei partecipanti e di alcuni poliziotti.

Infine, le indagini si sono concentrate su singoli episodi di protesta. Un’azione individuale contro un ingegnere, in occasione di un sopralluogo presso l’azienda agricola “Le Paesane”. L’uomo a bordo dell’auto, sarebbe stato circondato ed insultato da alcuni indagati che avrebbero preso a calci l’auto.

E poi, l’aggressione verso il conducente di un autobus diretto da Lecce a Brindisi. L’uomo sarebbe stato costretto a spegnere il motore e ad interrompere la corsa.



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