Approfittarono dell’infermità di un parente per fargli modificare il testamento? Indagati un avvocato ed il padre

La Procura ha chiuso l’inchiesta e due persone rispondono dell’accusa di circonvenzione d’incapace. Le indagini hanno preso il via dalla denuncia di un nipote del defunto

Procura Generale Lecce

La Procura ha chiuso l’inchiesta e due persone risultano indagate dal pm Stefania Mininni con l’accusa di circonvenzione d’incapace. Si tratta di un avvocato 33enne leccese e del padre, 78enne.

Il legale indagato è assistito dagli avvocati Luigi Rella ed Antonio De Mauro.

Le indagini hanno preso il via dalla denuncia di un altro nipote del defunto, assistito dall’avvocato Ivana Quarta.
Il pm, a seguito dei primi accertamenti investigativi chiese l’archiviazione dell’inchiesta, accolta con apposita ordinanza dal gip Vincenzo Brancato, nel gennaio del 2018.

In seguito all’istanza della “parte offesa” di riapertura delle indagini (corredata da acquisizioni documentali e informazioni testimoniali), la Procura ha accolto la richiesta ed il gip ha revocato la precedente ordinanza di archiviazione.

La denuncia

La vicenda muove i primi passi, dopo la morte avvenuta nel dicembre del 2013, di un noto medico 82enne.
Gli eredi legittimi apprendevano che, con testamento olografo redatto in data 30 maggio 2009, l’uomo aveva destinato tutti i beni di maggior valore all’avvocato.

Nell’aprile del 2014, l’altro nipote, con apposita denuncia, chiedeva di verificare se il cugino, insieme al padre, avesse abusato dello stato di infermità e deficienza psichica nel quale versava il compianto congiunto, al fine di indurlo a modificare le sue volontà testamentarie in loro esclusivo favore. Infatti, secondo il denunciante, dall’attenta lettura di un primo testamento olografo, redatto il 31 luglio 1997, emergerebbe come il parente, in un momento in cui era certamente nel pieno potere delle sue facoltà mentali e lontano da condizionamenti, avesse espresso altre volontà. In particolare, la destinazione dei beni immobili ai nipoti maschi, figli dei suoi fratelli, senza privilegi o distinzioni di sorta.

Inoltre, nella denuncia, veniva contestato al fratello del defunto, il progressivo svuotamento dei conti correnti di quest’ultimo, approfittando del suo stato d’infermità.

L’accusa

Secondo l’accusa, i due indagati avrebbero abusato, anzitutto, dello stato di vulnerabilità del parente (dal 2007 in poi) e poi della sua condizione d’infermità psichica, espressione di una “demenza vascolare” accertata come esistente sin dal 2011.
In particolare, il fratello ed il nipote dell’uomo, lo inducevano a redigere un testamento olografo apparentemente datato 30 maggio 2009, ottenendo dall’eredità, una serie di vantaggi patrimoniali, consistiti tra le altre cose, in una villa ed alcuni terreni agricoli.

I due indagati hanno venti giorni a disposizione per produrre memorie difensive o chiedere di essere interrogati, prima che il pm avanzi richiesta di rinvio a giudizio.



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