Ripristinate le condizioni di sicurezza e legalità nelle aree demaniali di Porto Cesareo. Conclusa l’operazione “Fondali Puliti”

L’imponente operazione compiuta a Porto Cesareo in questi mesi ha ricevuto il plauso del Direttore Marittimo della Puglia e della Basilicata Ionica, Contrammiraglio Giuseppe Meli.

Con la visita di ieri del Direttore Marittimo della Puglia e della Basilicata Ionica, Contrammiraglio Giuseppe Meli, è terminata l’operazione “Fondali Puliti”, che si era posta l’obiettivo di ripristinare le condizioni di sicurezza e legalità delle aree demaniali marittime delle Rade di Ponente e di Levante del porto naturale di Porto Cesareo.

Durante questa visita, il Comandante della Capitaneria di porto di Gallipoli, Capitano di Vascello Enrico Macrì, ha illustrato al Direttore Marittimo, al vice Sindaco di Porto Cesareo, Silvia Tarantino e al direttore dell’Area Marina Protetta di Porto Cesareo, Paolo D’Ambrosio i risultati raggiunti dopo le 3 fasi operative.

La prima fase

In particolare dopo la prima fase, cioè quella di perlustrazione e recupero/rimozione, durata circa 10 giorni tra novembre e dicembre 2019, svolta con l’ausilio di due unità navali minori della Capitaneria di porto – Guardia Costiera – di Gallipoli, attraverso numerose immersioni subacquee compiute dai sommozzatori del 1° Nucleo Sub di San Benedetto del Tronto, appositamente intervenuto per l’operazione, da un sub di una ditta incaricata dall’Amministrazione Civica e, nei fine settimana, dai volontari dell’Associazione “Paolo Pinto” di Gallipoli, sono stati resi inerti e/o rimossi oltre 150 corpi morti e recuperati 25 relitti di imbarcazioni.

Seconda fase

La seconda fase, cioè quella di vigilanza e della riorganizzazione ha portato al sequestro di quattro imbarcazioni da diporto e all’emanazione di un provvedimento, quale l’Ordinanza n.40/2020 con la quale è stato approvato e reso esecutivo il “Regolamento del porto naturale di Porto Cesareo”, che prevede le regole da osservare nelle aree demaniali marittime ricomprese, l’individuazione a mare di specchi acquei per lo stazionamento all’ancora – almeno sin tanto che non saranno emanati i previsti provvedimenti autorizzativi – delle unità navali, l’individuazione di tre corridoi di transito all’interno dei quali le unità navali in ingresso/uscita dalle rade dovranno navigare e la destinazione degli spazi disponibili in banchina per le varie tipologie di unità navali, oltre che per le varie attività previste espletarsi.

Terza fase

La terza fase, cioè quella di recupero e rimozione di quanto non in linea con il Regolamento, ha visto nuovamente la partecipazione per nove giorni del 1° Nucleo Sub Guardia Costiera di San Benedetto del Tronto ed ha portato al sequestro di un natante, alla rimozione di sei relitti e di 220 corpi morti di diversa dimensione abusivamente posizionati negli specchi acquei della Rada di Levante. Inoltre con la collaborazione del personale dell’Area Marina Protetta di Porto Cesareo sono state posizionate una parte delle boe (di colore giallo) che delimitano le zone di ancoraggio, sia a Levante che a Ponente) e le boe (di colore arancione) che indicano il canale d’accesso alla rada di Levante.

L’imponente operazione compiuta a Porto Cesareo in questi mesi ha ricevuto il plauso del Contrammiraglio Meli che ha auspicato ai rappresentanti del Comune di Porto Cesareo e dell’AMP, deputati alla gestione di un territorio costiero – caratterizzato da un così rilevante e prezioso habitat marino – di porre in essere le migliori pratiche amministrative (con particolare riguardo agli ormeggi delle unità da pesca e da diporto) finalizzate ad un’ottimale fruizione da parte della collettività del territorio, nel rispetto dell’ambiente marino.



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