Lucio Marzo rinuncia al ricorso in Cassazione, la condanna per l’omicidio di Noemi diviene definitiva

Il giovane di Montesardo è stato condannato sia in primo grado che in Appello alla pena di 18 anni e 8 mesi La decisione comunicata al suo legale Luigi Rella con una lettera.

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Diventa definitiva la condanna a 18 anni e 8 mesi di carcere nei confronti di Lucio Marzo, per l’omicidio di Noemi Durini.

Il giovane di Montesardo ha difatti rinunciato a presentare ricorso in Cassazione, dopo il pronunciamento della Corte di Appello. La decisione è stata comunicata allavvocato Luigi Rella, attraverso una lettera inviata dal carcere di Quartucciu (in Sardegna) dov’è detenuto. Dunque, trascorsi 45 giorni dalla sentenza, non è più possibile presentare ricorso.

Adesso, nel caso di “buona condotta” Lucio Marzo potrebbe teoricamente beneficiare di “permessi premi”, nel caso d’istanza presso il Tribunale di Sorveglianza.

La condanna

Nel giugno scorso Lucio Marzo, come detto, è stato condannato a 18 anni e 8 mesi anche in Appello per aver ucciso Noemi Durini, picchiandola a mani nude, ferendola con un coltello con una violenza tale che la punta si è spezzata nella nuca e coprendola con le pietre di un muretto a secco quando era ancora viva, così come stabilito dall’autopsia.

Il processo si è dunque chiuso senza sconti di pena.

Anche in primo grado, il ragazzo di Montesardo – all’epoca 17enne – era stato condannato dal gup del Tribunale dei Minori alla stessa pena. Omicidio volontario (con le aggravanti di aver commesso il fatto con premeditazione, per motivi abietti e futili e di aver agito con crudeltà) era l’accusa che gli era costata una sentenza “pesante”. Quasi il massimo della pena, visto che il processo si era svolto con il rito abbreviato che garantisce lo sconto di un terzo all’imputato.

La scomparsa di Noemi

Noemi Durini era sparita da Specchia, il 3 settembre 2017. Trascorsi dieci giorni, dopo la confessione, Lucio Marzo ha condotto gli uomini in divisa nelle campagne di Castrignano del Capo, dove è stato ritrovato il cadavere della studentessa.



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