Si conclude con la condanna, il processo a carico di una 47enne di Seclì, accusata di avere abbandonato il marito per trasferirsi nell’abitazione di un uomo indigente, ma solo per ottenere il reddito di cittadinanza.
Si sarebbe, infatti, trattato di uno stratagemma, poiché la donna sarebbe poi ritornata dal coniuge e avrebbe continuato a percepire la misura previdenziale, senza dichiarare all’Inps che la residenza e di conseguenza il quadro economico, fosse nel frattempo mutato.
La 47enne, al termine del processo di oggi, davanti al giudice monocratico Pietro Baffa, è stata condannata alla pena di 2 anni e 6 mesi di reclusione (per la particolare gravità del fatto) per falsa dichiarazione, al fine di ottenere il reddito di cittadinanza.
L’imputata, difesa dall’avvocato Maurizio My, potrà fare ricorso in Appello, contro la condanna in primo grado.