Fallimento della vecchia proprietà del Bar Commercio, ex commercialista condannato a 6 anni

Il collegio della prima sezione penale ha inflitto la pena di 6 anni a Pasquale Pino, 70 anni di Lecce. Rispondeva dell’accusa di bancarotta fraudolenta aggravata.

Arriva un’altra condanna nei confronti dell’ex commercialista finito sotto processo per il crac finanziario della vecchia proprietà del Bar Commercio. Il collegio della seconda sezione penale (Presidente Pietro Baffa) ha inflitto la pena di 6 anni a Pasquale Pino, 70 anni di Lecce. Rispondeva dell’accusa di bancarotta fraudolenta aggravata dal danno di rilevante entità.

Il tribunale ha disposto anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. E poi il risarcimento del danno in separata sede ed una provvisionale di 50mila euro in favore del curatore fallimentare, assistito dall’avvocato Valeria Rodelli.

Pasquale Pino è difeso dall’avvocato Luigi Corvaglia, il quale ha chiesto l’assoluzione eduna volta depositate le motivazioni della sentenza, presenterà ricorso in Appello.

Il collegio giudicante ha invece assolto “perché il fatto non costituisce reato”: la moglie Pasqua Scaranello, 64enne e la figlia Angela Stefania Pino, 35enne, accogliendo la tesi difensiva dell’avvocato Luigi Covella che aveva invocato l’assoluzione.

Il pm Maria Consolata Moschettini, aveva chiesto la condanna a 7 anni per Pasquale Pino ed a 3 anni per la moglie e la figlia.

I fatti risalgono al lontano 2011. Secondo l’accusa, rappresentata dal pm Francesca Miglietta, Pasquale Pino in qualità di gestore di fatto di una società dichiarata fallita nel mese di febbraio, in concorso con il socio accomodatario D.D.L., (ha già patteggiato la pena), commetteva una serie di reati finanziari. Anzitutto, avrebbe distratto il ramo d’azienda che riguardava, tra le altre cose, l’attività di somministrazione di bevande e alimenti, cedendola ad un prezzo irrisorio (17.460 euro) rispetto il valore di mercato e mai corrisposto, in prossimità della sentenza dichiarativa di fallimento, ad un’altra società riconducibile a lui. Venivano poi contestate altre irregolarità relative alla ricostruzione del patrimonio contenuta nei registri contabili, a partire dal 1999.

Inoltre, Pasquale Pino in concorso con moglie e figlia, era accusato di avere distratto somme per un ammontare di 296.079 euro a mezzo di prelievi in contante e attraverso bonifici ed assegni circolari.

Ricordiamo che il commercialista è stato già condannato a 3 anni e 6 mesi per la bancarotta di un’altra società, sempre in relazione al crac finanziario della vecchia proprietà del bar Commercio.

Non solo, poiché Pasquale Pino ha alle spalle anche una condanna a 2 anni e 3 mesi per il raggiro nei confronti di un dipendente dell’epoca.



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