
Si conclude con la condanna, il processo a carico di un medico accusato di non aver prestato soccorso ad un turista che rischiò di morire per un’occlusione intestinale.
Nella giornata di oggi, il collegio della seconda sezione penale (presidente Pietro Baffa, a latere Valeria Fedele e Roberta Maggio) ha inflitto 1 anno e 6 mesi di reclusione all’imputato per rifiuto di atti d’ufficio, con sospensione della pena. Non solo, poiché i giudici hanno disposto il risarcimento da liquidare in separata sede, in favore del paziente che si era costituito parte civile con l’avvocato Marcello Puglisi.
Invece, il pubblico ministero Alberto Santacatterina, al termine della requisitoria aveva invocato l’assoluzione dell’imputato.
L’inchiesta
I fatti risalgono al mese di agosto del 2017 e si sarebbero verificati presso l’ospedale “Sacro Cuore di Gesù” di Gallipoli.
Le indagini hanno preso il via dalla denuncia del paziente.
Il medico, in servizio all’epoca dei fatti al pronto soccorso, in base a quanto ricostruito dagli inquirenti, si sarebbe rifiutato di sottoporlo a visita ed accertamenti diagnostici, nonostante avesse esibito un certificato della guardia medica con diagnosi di “subocclusione intestinale”.
Il “camice bianco”, infatti, si sarebbe limitato nel suggerire al turista di recarsi dal proprio medico curante, nonostante quest’ultimo si trovasse a oltre mille chilometri.
Solo grazie all’insistenza della moglie del paziente, ritiene l’accusa, il dottore avrebbe prescritto dei trattamenti farmacologici, impossibili da eseguire a causa dell’occlusione. E avrebbe infine disposto le dimissioni dell’uomo per “assenza di segni e sintomi patologici in acuto”.
In realtà, il mattino seguente, l’uomo a causa del persistere dei dolori veniva trasportato in gravi condizioni (quasi morente) presso l’ospedale di Tricase e sottoposto ad una Tac che evidenziava un’occlusione intestinale in corso. Dopo il ricovero urgente, veniva sottoposto ad un intervento chirurgico che gli salvava la vita.
Il medico, difeso dall’avvocato Luigi Suez, potrà presentare ricorso in Appello, una volta depositate le motivazioni della sentenza (entro 30 giorni).