Presunti abusi edilizi al lido “La Dolce Riva”, Riesame conferma il sequestro

La difesa, una volta depositate le motivazioni del provvedimento, valuterà se ricorrere nuovamente alla Corte di Cassazione.

Il Riesame conferma il sequestro del lido esclusivo “La Dolce Riva” di Otranto.

Il Collegio (Presidente Silvio Piccinno, a latere Anna Paola Capano, relatore Antonio Gatto) ha rigettato il ricorso della difesa.

Il Collegio (Presidente Silvio Piccinno, a latere Anna Paola Capano, relatore Antonio Gatto) ha rigettato il ricorso della difesa.

Gli avvocati Mauro Finocchito e Stefano De Francesco, nel corso della discussione, hanno sottolineato l’insussistenza dell’accusa di abusi edilizi. Soprattutto, la difesa ha sostenuto come il reato contestato di abusi edilizi sia oramai prescritto. Tale orientamento era stato ribadito, nel marzo scorso, dalla Corte di Cassazione che aveva annullato con rinvio un primo provvedimento del Riesame per difetto di motivazione. Infatti, nel settembre del 2018, il Tribunale della Libertà aveva già rigettato un altro ricorso della difesa contro il provvedimento del gip.

La difesa de “La Dolce Riva”, una volta depositate le motivazioni del Riesame, valuterà se ricorrere, nuovamente in Cassazione.

Il sequestro

Ricordiamo che nell’agosto del 2018, i carabinieri dell’ex Corpo Forestale dello Stato, guidati dal capitano Antonio Arnò, avevano eseguito il provvedimento emesso dal gip Carlo Cazzella. Il giudice aveva “trasformato” il sequestro da probatorio ( eseguito nel dicembre 2017) in preventivo, ritenendo che la presenza e l’attività del lido, in quel tratto di costa, potesse compromettere la stabilità della scogliera.

Secondo la Procura, sarebbe stata violata la norma sui cosiddetti «Accessi al mare», relativa alle attività di noleggio di ombrelloni, gazebo e lettini, oltre che alla somministrazione e alla vendita di alimenti e bevande, per favorire la frequentazione dei tratti costieri meno accessibili, rispetto agli arenili. Furono così iscritte nel registro degli indagati, tre persone: i due gestori ed il progettista, per abusi edilizi.

Inoltre, i pubblici ministeri Roberta Licci ed Elsa Valeria Mignone, si erano affidati ad un geologo, per redigere una consulenza tecnica sullo “stato” del costone roccioso in località “Cerra”. S’intendeva verificare, in base agli esiti della super perizia, se ci fosse una possibile correlazione tra l’erosione ed il crollo della falesia e la realizzazione di stabilimenti balneari. Il riferimento era ai tre lidi “esclusivi”: “Twiga”, “La Dolce Riva” e “Salento Beach”.



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