Presunti abusi edilizi, Tribunale del Riesame conferma sequestro de “La Dolce Riva”

Ricordiamo che nei primi giorni d’agosto, i carabinieri dell’ex Corpo Forestale dello Stato hanno eseguito il provvedimento emesso dal gip, in base agli esiti di una super perizia

Dolce-riva

Restano i sigilli al lido esclusivo,  “La Dolce Riva” di Otranto.

Il Tribunale del Riesame (Presidente Sergio Tosi, a latere Fabrizio Malagnino, relatore Alessandra Sermarini) ha rigettato il ricorso della difesa che aveva impugnato il decreto di sequestro preventivo.

Gli avvocati Mauro Finocchito e Stefano De Francesco, nel corso della discussione in sede di Riesame, hanno sottolineato l’insussistenza del reato contestato di abusi edilizi e contestato l’aggravamento della misura, da sequestro probatorio in preventivo.

La difesa, una volta depositate le motivazioni della sentenza, “per capire, quale tra le varie contestazioni poste a base del decreto, sia stata valorizzata dal Tribunale del Riesame”, valuterà se ricorrere, come altamente probabile, in Cassazione.

Il sequestro preventivo

Ricordiamo che nei primi giorni d’agosto, i carabinieri dell’ex Corpo Forestale dello Stato, guidati dal capitano Antonio Arnò, hanno eseguito il provvedimento emesso dal gip Carlo Cazzella. Il giudice ha “trasformato” il sequestro da probatorio, in preventivo, ritenendo che la presenza e l’attività del lido, in quel tratto di costa, potesse compromettere la stabilità della scogliera.

I pubblici ministeri Roberta Licci ed Elsa Valeria Mignone, nei mesi scorsi, hanno affidato ad un geologo, l’incarico di redigere una consulenza tecnica, sull’attuale “stato” del costone roccioso in località “Cerra”. S’intendeva verificare, in base agli esiti della super perizia, se ci fosse una possibile correlazione tra l’erosione ed il crollo della falesia e la realizzazione di stabilimenti balneari. Il riferimento era ai tre lidi “esclusivi”: “Twiga”, “La Dolce Riva” e “Salento Beach”.

Infatti, in precedenza, il pubblico ministero Antonio Negro ha disposto il sequestro dei tre lidi.

Nel caso de «La Dolce Riva», nel mese di dicembre, tre persone furono iscritte nel registro degli indagati: si tratta dei due gestori e del progettista.

Secondo la Procura, sarebbe stata violata la norma sui cosiddetti «Accessi al mare», relativa alle attività di noleggio di ombrelloni, gazebo e lettini, oltre che alla somministrazione e alla vendita di alimenti e bevande, per favorire la frequentazione dei tratti costieri meno accessibili, rispetto agli arenili.



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