Sono tanti i particolari che emergono nei verbali del collaboratore di giustizia Vincenzo Antonio Cianci nell’ambito dell’inchiesta denominata ‘Contatto’. Il pentito ha dichiarato di essere stato affiliato al clan Coluccia e di avere avuto rapporti diretti con la suddetta famiglia. Ed in particolare, ha sostenuto che gestiva le attività di traffico degli stupefacenti e realizzava atti intimidatori. Non solo, poichè si occupava dell’imposizione dei contratti di energia elettrica, luce e gas e delle slot machine in esercizi pubblici e aveva la disponibilità di armi per le esigenze del clan. Tanto che in un occasione lui stesso fu incaricato dell’intimidazione ai danni di un agenzia di scommesse, collocando cinque proiettili, per convincere il titolare a cambiare i giochi ed a pagare il pizzo.
Cianci ha poi riferito agli inquirenti delle tangenti che i commercianti erano costretti a versare ai Coluccia, quando organizzavano eventi particolari. E che, in occasione della Festa Patronale, veniva imposta una tangente ai titolari delle giostre e a coloro che organizzavano spettacoli pirotecnici. Non solo, poiché sostiene il pentito, i Coluccia si occupavano dell’ imposizione di giochi e bevande, avvicinando i commercianti, che qualora si fossero rifiutati venivano sottoposti ad atti intimidatori.
L’inchiesta
L’indagine coordinata dai pm Roberta Licci e Guglielmo Cataldi e condotta nel periodo che va dal febbraio 2013 al giugno 2016, dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Maglie, ha consentito di disarticolare un’associazione mafiosa facente capo al clan “Coluccia” di Noha-Galatina, operante nel territorio della Provincia di Lecce e, in particolare, nei comuni di: Sogliano Cavour, Galatina, Cutrofiano, Corigliano d’Otranto, Castrignano de’ Greci, Melpignano, Soleto, Sternatia, Cursi, Castrì di Lecce, Martano, Otranto, Calimera, Muro Leccese e Cavallino.
Il processo
Intanto è in corso il processo con rito ordinario e sul banco degli imputati compare anche Antonio Coluccia, 60 anni di Galatina.
E poi, Sonia Murinu, 42enne di Sogliano Cavour; Rocco Stampete, 59enne di Corigliano; Antonio Rosario Nucida, 28enne di Galatina; Tamara De Simone, 43enne di Cutrofiano; Andrea Giannuzzo, 30enne di Cutrofiano. Sono assistiti dai legali: Simone Viva, David Alemanno, Luigi Greco e Michelangelo Gorgoni.
Invece, nei mesi scorsi, il maxi processo con rito abbreviato si è chiuso con oltre cinquanta condanne. Il gup Antonia Martalò ha inflitto la pena di 8 anni per Michele Coluccia, 60enne di Galatina e Salvatore Fiorito, 53 anni di Cutrofiano, ritenuto un personaggio vicino alla suddetta famiglia. Invece, Luigi Otello Coluccia, 70 anni di Noha è stato assolto.