Coronavirus, la Fase 2 partirà a rilento. Conte: “il 4 maggio non è un libera tutti. Non cediamo alla rabbia”

Il Premier Giuseppe Conte vara la nuova fase dell’emergenza che però consterà di vari step. Si parte il 4 maggio con alcune attività lavorative: dal 18 maggio, salvo imprevisti, nuove concessioni.

Ora è ufficiale: la Fase 2 ha una data. 4 maggio 2020, esattamente 56 giorno dopo il decreto “IoRestoAcasa” con cui il Governo aveva deciso di relegare l’Italia intera tra le propria mura domestiche per far fronte alla pandemia da Covd-19.

Proprio come quel 9 marzo, tutti gli italiani si sono ritrovati questa sera davanti alla TV: il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha annunciato la svolta nella gestione dell’emergenza sanitaria. L’annuncio del capo del governo però è chiaro: la fase 2 non è un libera tutti e si svolgerà per step.

“Grazie ai sacrifici fin qui fatti stiamo riuscendo a contenere la pandemia – ha esordito il Premier – superando momenti in cui sembrava che il tutto ci stesse per sfuggire di mano. Ora inizia la fase della convivenza con il virus: dobbiamo essere consapevoli che il rischio è quello che questa curva possa riprendere a salire. Ecco perchè sarà fondamentale il comportamento responsabile di ciascuno di noi: distanziamento di almeno un metro anche nelle relazioni familiari e massima prudenza e precauzione.

Vogliamo tutti che il Paese riparte, ma l’unico modo per farlo è non ammalarci. Se ami l’Italia, mantieni le distanze. Se dovessimo ricadere nella fase acuta, sarebbe un dramma irreversibile”.

Il ‘Primo Ministro’ ha subito chiarito una novità importante: “chi ha sintomi virali – dice – non c’è più una mera raccomandazione, ma scatta l’obbligo dell’isolamento domiciliare.

A noi spetta il compito di vigilare ed essere pronti a intervenire qualora la curva del contagio dovesse riacutizzarsi. So che molti vorrebbero un allentamento definitivo delle misure di contenimento, ma non dobbiamo farci prendere dalla rabbia.

Nei prossimi mesi getteremo le basi per la ripartenza del Paese e il Governo farà la sua parte: serve una stagione di profonde riforme, andando a cambiare quelle cose che non vanno da tempo. Noi lotteremo in Italia e in Europa”.

La conferenza del premier è giunta al termine di una riunione fiume con i rappresentati dei sindaci e delle regioni: proprio come spiegato dal Presidente dell’ANCI Antonio Decaro questa mattina, i primi cittadini hanno chiesto al Governo regole ben precise per far fronte alla fase della “convivenza” con il virus.

“La Fase 2 sarà caratterizzata dai DPI – illustra – il Commissario Straordinario per l’Emergenza Arcuri interverrà a calmierare i prezzi delle mascherine ed è nostra intenzione abolire anche l’IVA su tali dispositivi.

Anche in Europa ci si sta muovendo: il Recovery Fund permetterà una ripresa più rapida nel segno della solidarietà. E’ innegabile, però, che se l’Italia non avesse alzato la voce, questo risultato non sarebbe stato possibile. Ora però è necessario tradurre tale volontà in risultati concreti.

Le misure economiche? Fino ad oggi lo sforzo è stato straordinario. Questo Paese non riparte se non ripartono le imprese e i prossimi giorno saranno cruciali per questo con un nuovo decreto che metterà al centro un sostegno poderoso per le imprese. E un’altra cosa che faremo sarà non lasciare gli operatori del turismo”.

Via libera a…

E allora eccole le novità principali: dal 4 maggio maggiore libertà per gli spostamenti all’interno di ogni territorio regionale, anche se l’autocertificazione resta. Il Ministro della Salute Speranza lo ha chiesto a gran voce: alle tre motivazioni che consentono gli spostamenti (lavoro, salute, stato di necessità) se ne aggiunge una quarta, l’incontro con i congiunti. Quindi si potrà andare a casa di di familiari stretti, “ma con un avvertimento – dice Conte – non sono ammessi party di famiglia”.

Almeno altre due settimane per cene e pranzi con gli amici. Vietato ancora, invece, lo spostamento da regione a regione, se non per motivi professionali. Ci si potrà muovere per andare a trovare i propri parenti e, per chi è rimasto fuori dal proprio comune di residenza a seguito del lockdown potrà rientare a casa.

Nella stessa data riaprono le aziende manifatturiere, edili e cantieri in genere: “è consentita questa riapertura solo se le aziende saranno in grado di rispettare il protocollo di sicurezza”.

Via libera anche al commercio ingrosso funzionale. Dalla prossima settimana, poi, via libera al cibo da asporto, “ma nessuno pensi che davanti ad una pizzeria si possa creare un assembramento: il cibo verrà preso e consumato a casa o al lavoro. Resta il divieto di assembramenti, sia in luoghi pubblici che in luoghi provati. I parchi publici possono essere riaperti, ma i sindaci potranno disporre ancora la chiusura se non si sarà in grado di far rispettare le giuste distanze“.

Quindi l’attività motoria: “non occorre più restare nei pressi della propria abitazione, ma sono ammesse solo le sedute di allenamento individuale. Per gli sport di squadra, invece, si dovrà attendere almeno il 18 maggio: il campionato di calcio dovrà ancora aspettare”.

Novità anche per la Chiesa: da lunedì prossimo potranno riprendere le celebrazioni dei funerali ma alla presenza di massimo 15 persone. Ancora rimandate le messe della domenica. “Comprendo il dolore di tutti – dice Giuseppe Conte – ma oggi non possiamo andare oltre“.

Gli effetti di questa ripartenza verranno valutati nell’arco di 15 giorni: in caso di esiti confortati, dal 18 maggio potrebbero riaprire negozi, commercio al dettaglio, ma anche musei, mostre e luoghi culturali. “L’idea del Governo è questa – spiega il Presidente del Consiglio.

Parrucchieri ed estetisti (considerate categorie ad alto rischio contagio) per riaprire invece dovranno attendere i primi giorni di giugno: “questo ci consentirà di mettere a punto tutte le misure più particolari per evitare il contagio”.

E le scuole? “Resteranno chiuse almeno fino a fine anno scolastico – ammette Conte. Il rischio contagio in certi luoghi è elevatissimo: tutti gli studi ci dicono questo e non possiamo proprio permettercelo. La Ministra Azzolina è al lavoro per far ripartire la scuola a settembre, nelle migliori condizioni possibili. Per gli esami di stato stiamo valutando la possibilità di far svolgere i colloqui di persona, singolarmente, nel rispetto delle prescrizioni”.



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