A seguito delle indagini sugli attentati che hanno colpito il capoluogo nelle ultime settimane, gli agenti della Polizia hanno rinvenuto in un garage armi ed esplosivi che fanno ritenere agli inquirenti che il locale fosse utilizzato per molti dei recenti episodi di intimidazione
L'altro giorno l'arresto a Porto Cesareo dei latitanti Mungelli e Greco, ieri, a seguito delle indagini che hanno portato alla loro cattura, all’interno di un garage di Lecce, probabilmente nella disponibilità dell'organizzazione criminale, dagli uomini della Squadra Mobile, diretti dalla dott.ssa Sabrina Manzone, sono stati trovati 3 ordigni di fabbricazione artigianale con miccia e detonatore, una Beretta calibro 7,65 priva di matricola, nascosta in uno zaino, con colpo in canna e 46 proiettili. Nel box, la cui saracinesca era chiusa da un grosso lucchetto per la rimozione del quale è stato necessario l’intervento di una squadra dei Vigili del fuoco, inoltre, sono stati rivenuti una moto ducati “Street Fighters” e due caschi integrali.
Le tre bombe, di fabbricazione artigianale, conservate all’interno di un frigo espositore, hanno necessitato dell’intervento degli artificieri per essere disinnescate.
L'operazione è stata illustrata questa mattina in una conferenza stampa svoltasi presso la Questura di Lecce.
Il tipo di armi e gli esplosivi, oltre al munizionamento, fanno ritenere gli inquirenti che il garage fosse utilizzato come base operativa per molti dei recenti episodi di intimidazione avutisi in città nel corso delle ultime settimane, gli investigatori proseguono nelle indagini e sono al lavoro per stabilire la matrice che ha condotto a tali gesti.
Le investigazioni, proseguono per cercare di fare luce quanto prima sulle finalità che hanno portato a queste azioni, si ritiene che tali atti siano dovuti ad un riassesto e un riassestamento all’interno della criminalità organizza.
Le Forze dell’Ordine, inoltre, stanno compiendo un lavoro certosino, attraverso gli esami del calibro dei colpi di arma da fuoco e delle immagini dei circuiti di videosorveglianza per collegare tra loro gli attentati che hanno colpito il capoluogo.
