Omicidio Fasano, l’ex comandante del Ris Garofano: “Rischio contaminazioni nelle tracce di polvere da sparo” 

Questa mattina, dinanzi ai giudici della Corte di Assise, Garofano ha deposto in aula, in qualità di consulente della difesa.

Le tracce di polvere da sparo rinvenute nelle due vetture e sulle mani dell’imputato Daniele Manni, potrebbero risultare accidentalmente contaminate.

È quanto riferito questa mattina in aula dall’ex comandante del Ris di Parma, Luciano Garofano, ascoltato come teste della difesa, nell’ambito del processo sull’omicidio di Francesco Fasano, il giovane ammazzato il 24 luglio del 2018, con un solo colpo di pistola alla tempia.

Dinanzi ai giudici della Corte di Assise (Presidente Pietro Baffa, a latere Pietro Errede e giudici popolari), Garofano ha deposto in aula, in qualità di consulente della difesa.

Il Generale in congedo ha sottolineato come i residui di polvere da sparo, ritrovate non appaiono univocamente riconducibili al colpo di pistola con il quale venne freddato il 22enne di Melissano.

Infatti, l’ex comandante, sulla base delle risultanze della propria consulenza, ha riferito del rischio di contaminazioni durante il trasferimento delle particelle negli uffici, dove poi venne eseguito l’esame dello stub. Ricordiamo che Daniele Manni, 39enne di Casarano e Angelo Rizzo, 23enne di Melissano, accusati di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dai motivi abietti e futili, sono stati entrambi sottoposti all’esame.

Daniele Manni, inoltre, risponde del tentato omicidio di Francesco Fasano e Pietro Bevilacqua (tra il 18 ed il 19 luglio) che avrebbe innescato una reazione a catena. Non solo, è accusato anche di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. Come Angelo Rizzo e i concittadini Luciano Manni, 66 anni e Antonio Librando, 42 anni.

Intanto è in corso il processo con rito rito abbreviato, dinanzi al gup Cinzia Vergine per: Maicol Manni, 27enne; Luca Piscopiello, 37 anni; Luca Rimo, 36 anni; Pietro Bevilacqua, 32 anni; Biagio Manni, 50enne, tutti di Melissano e Gianni Vantaggiato, 48enne, residente a Tonco (in provincia di Asti). I sei rispondono sempre di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti.

Il collegio difensivo

Gli imputati sono assistiti dagli avvocati: Francesca Conte, Mario Ciardo, Francesco Fasano, Silvio Caroli, Attilio Nassisi, Stefano Pati, Mario Coppola, Antonio Savoia, Ladislao Massari.

La madre, il padre e la sorella di Francesco Fasano, assistiti dagli avvocati Luigi Corvaglia e Claudio Miggiano, si sono costituiti parte civile.

Le indagini sull’omicidio del 22enne di Melissano, coordinate dal procuratore aggiunto Guglielmo Cataldi e dai sostituti procuratori Stefania Mininni e Maria Vallefuoco, hanno permesso di individuare uno scontro in atto tra due fazioni createsi all’interno di una originaria associazione dedita al traffico di stupefacenti che operava nelle “piazze” di Melissano e paesi limitrofi.



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