
Sono iniziati questa mattina, presso il tribunale di viale de Pietro, gli interrogatori preventivi per 11 persone, tra le quali compaiono il politico Alessandro Delli Noci, assessore alle Attività Produttive della Regione Puglia e vari imprenditori in una maxi inchiesta, tra Bari e Lecce.
Davanti al gip Angelo Zizzari è comparso per primo Delli Noci, per il quale, i pm Alessandro Prontera e Massimiliano Carducci avevano chiesto la misura cautelare dei domiciliari.
Successivamente è arrivata la nota degli avvocati Luigi Covella e Giuseppe Fornari che recita: “Questa mattina, il nostro assistito ha rassegnato le dimissioni da tutti i ruoli istituzionali fino ad oggi ricoperti (assessore e consigliere regionale), allo scopo di tutelare l’istituzione che ha sino ad oggi servito fedelmente e sentirsi libero di difendersi nel merito e dimostrare la propria estraneità ai fatti. Ad interrogatorio avviato, abbiamo ritenuto, noi difensori, essere venute meno le condizioni per portare a compimento l’attività processuale con la necessaria tranquillità. Abbiamo quindi invitato Delli Noci, pur intenzionato a proseguire nella ricostruzione dei fatti, a valutare la possibilità di avvalersi della facoltà di non rispondere, cosa che poi è effettivamente avvenuta. Il nostro assistito avrà il modo, nel prosieguo del procedimento, di confrontarsi con l’autorità giudiziaria ed esporre le sue ragioni”.
Dopo Delli Noci, sempre oggi, è stata la volta dell’imprenditore Alfredo Barone, per il quale la Procura aveva chiesto il carcere. Il 69enne leccese, difeso dall’avvocato Francesco Galluccio Mezio, si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma ha rilasciato spontanee dichiarazioni e depositato una memoria difensiva. Anche l’imprenditore Marino Congedo, 82 anni, di Galatina (avvocati Francesco Galluccio Mezio e Ladislao Massari), si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma ha presentato una memoria. Invece, Italia Santoro, 61 anni, di Lecce, segretaria di Alfredo Barone, difesa dall’avvocato Francesco Vergine, si è limitata a rilasciare spontanee dichiarazioni, affermando che nessuna delle iniziative da lei assunte aveva un carattere illecito e di non aver mai partecipato iniziative o riunioni dal contenuto poco chiaro.
Per tutti e tre, sono stati richiesti dalla Procura gli arresti domiciliari.
Invece, Maurizio Laforgia, 52 anni, di Bari, difeso dall’avvocato Michele Laforgia, nel corso di circa quattro ore di interrogatorio, ha risposto alle domande del gip, chiarendo la propria posizione e respingendo gli addebiti.
Anche Angelo Mazzotta, 65 anni di Lecce, responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Lecce, orami prossimo alla pensione, difeso dall’avvocato Riccardo Giannuzzi, ha risposto alle domande del giudice, sostenendo di non aver mai ricevuto denaro in cambio di favori nelle autorizzazioni agli imprenditori. Per Laforgia e Mazzotta i pm hanno chiesto i domiciliari.
Tra gli indagati compare anche Nicola Capone, 68 anni, di Lecce, responsabile, all’epoca dei fatti, dell’ufficio permessi di costruire del Comune di Lecce (chiesti i domiciliari).
Nella giornata di domani, proseguiranno gli interrogatori preventivi.
Invece, i pm hanno chiesto la misura interdittiva per i professionisti Luciano Ancora, 64 anni, di Galatina (avvocato Francesco Galluccio Mezio) e Giovanni Rapanà, 64 anni, leccese (avvocato Amilcare Tana) che, secondo l’accusa, si sarebbero occupati di pratiche di riciclaggio ed autoriciclaggio e per gli imprenditori Michele Barba, 49 anni, di Gallipoli e Corrado Congedo, 62 anni, anch’egli leccese, considerati dalla Procura dei “prestanome”.
Dopo gli interrogatori, il giudice stabilirà se applicare la misura cautelare o rigettare l’istanza della Procura.