Dissequestro del cantiere “Le Paesane”? Il Riesame dichiara inammissibile il ricorso di Tap

Adesso, la multinazionale potrà presentare ricorso in Cassazione, contro il provvedimento. In alternativa, potranno avanzare la richiesta di dissequestro alla Procura.

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Il Riesame dichiara inammissibile il ricorso della multinazionale Tap, contro il sequestro dell’area di cantiere, in località “Le Paesane”. Si tratta del cosiddetto “cluster 5” su cui si erano accesi i riflettori all’indomani del provvedimento del Prefetto che istituiva una “zona rossa”.

Nei giorni scorsi, il collegio difensivo aveva depositato l’istanza. I giudici del Riesame (Presidente Silvio Piccinno) hanno però ritenuto l’atto inammissibile per motivi procedurali. Adesso, Tap potrà presentare ricorso in Cassazione, contro il provvedimento. In alternativa, potranno avanzare la richiesta di dissequestro alla Procura.

Il decreto di sequestro probatorio, a firma del procuratore capo Leonardo Leone De Castris e del sostituto procuratore Valeria Farina Valaori, è stato eseguito dai carabinieri del Noe e dagli uomini della Forestale nelle settimane scorse.

Al momento dei sigilli, sarebbero risultati già espiantati 447 alberi, collocati in vaso, e depositati in un’area attigua. Come custode giudiziario è stato nominato il capo cantiere, per stabilire, il proseguo delle cure agronomiche sulle piante.

Il sequestro riguarda una superfice di 60 ettari. suddivisibile in due zone. Un’area perimetrata da recinzione costituita da new Jersey con sovrastante rete metallica e filo spinato, in cui sono stati depositati numerosi alberi d’ulivo. Nell’altra area, sarebbe invece presente uno spiazzo utilizzato per il deposito di attrezzature ed automezzi.

I pm contestano una violazione alle prescrizioni del “Via. Gli inquirenti intendono verificare alcuni aspetti. Anzitutto, se le particelle interessate ricadono in “zona di notevole interesse pubblico“. Tale circostanza, sarebbe stata omessa nella richiesta di autorizzazione con cui, il 14 marzo scorso, la dirigente del Ministero dello Sviluppo Economico accolse l’istanza di Tap? La società presentò una richiesta di variante in corso d’opera, per eseguire i nuovi espianti e i reimpianti, dal 24 aprile al 15 luglio.

Inoltre, secondo la Procura, va verificato “in loco se l’espianto e il reimpianto degli ulivi in periodo diverso da quello autorizzato sia compatibile con le esigenze agronomiche sottese alla originaria autorizzazione”.

Nel registro degli indagati era stato iscritto il nominativo di Clara Risso, legale rappresentante di Tap, per l’ipotesi di reato di: opere eseguite in assenza di autorizzazione; distruzione e deturpamento di bellezze naturali; distruzione o deterioramento di piante di alberi; abusivismo in aree sottoposte a vincolo. È assistita dagli avvocati Andrea Sambati del Foro di Lecce e Massimiliano Foschini del Foro di Roma.

Intanto, nei giorni scorsi, vi era stato l’esposto presentato dal sindaco di Melendugno, Marco Potì, da sempre in prima linea contro la realizzazione del gasdotto. Sul documento si legge anche la firma dei parlamentari del Movimento 5 Stelle, Diego De Lorenzis, Daniela Donno e Leonardo Donno.

Intanto è in corso l’incidente probatorio per l’altra inchiesta Tap e si sta accertando l’eventuale applicabilità della normativa Seveso sui grandi rischi.



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