Pontili di Otranto: il Riesame conferma il dissequestro. No al ricorso della Procura

Il collegio al termine dell’udienza camerale odierna, ha dunque confermato il provvedimento di dissequestro emesso dal gip Sergio Tosi.

Il Riesame rigetta l’Appello della Procura contro il dissequestro dei pontili di Otranto, dell’8 maggio scorso. La decisone è stata presa in giornata dal collegio (Presidente Pia Verderosa, relatore Antonio Gatto, a latere Anna Paola Capano), al termine dell’udienza camerale. Il Tribunale del Riesame ha dunque confermato il provvedimento di dissequestro emesso dal gip Sergio Tosi.

Il collegio difensivo ha ribadito durante la discussione in aula, quanto sostenuto nella richiesta di dissequestro accolta dal giudice Tosi.
In particolare, richiamando l’ordinanza del Tar pubblicata il 10 aprile 2020, che ha sospeso in via cautelare, la decadenza del nulla osta stagionale della Capitaneria di Porto. E sostenendo che l’installazione dei pontili è legittima, nel periodo compreso tra il 1 maggio ed il 31 ottobre 2020. Inoltre, viene sottolineato che il mantenimento del sequestro “porterebbe nell’imminente inizio della stagione estiva, ad un risultato esiziale per le attività nautiche connesse al turismo, che costituisce la principale risorsa economica della comunità insediata nel territorio; salvo ovviamente il loro smontaggio alla scadenza del termine di consentita installazione”.
Invece, il sostituto procuratore Maria Vallefuoco aveva già espresso parere negativo sull’istanza di dissequestro, proponendo poi Appello dinanzi al Riesame. E sostenendo, anche oggi in aula, che dall’8 maggio, giorno del sequestro dei pontili, non si è registrato alcun elemento di novità che potesse indurre la Procura ad accogliere favorevolmente la richiesta della difesa. Inoltre, pende ancora la decisone nel merito del Tar sul suddetto nulla osta.

Il collegio difensivo è composto dagli avvocati: Francesco Vergine, difensore del Comune di Otranto, quale soggetto titolare dei pontili, Federico Massa e Mauro Fincchito.

Il precedente sequestro

L’accusa contestata ai sei indagati- tra cui il sindaco di Otranto Pierpaolo Cariddi, quattro assessori e un dirigente comunale- dal pm Giovanni Gallone, è di occupazione abusiva del demanio marittimo e abusi edilizi per avere occupato arbitrariamente l’area demaniale marittima prospiciente il “bastione dei Pelasgi”, detta “Aia delle fabbriche”, di complessivi mq. 34.874,56. E nonostante le diffide ricevute dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Brindisi, Lecce e Taranto, dall’Ufficio Circondario Marittimo di Otranto e dall’Avvocatura Generale dello Stato di Roma, secondo l’accusa, non veniva predisposto lo smontaggio, alla scadenza della stagione estiva, dei pontili galleggianti e delle sistemazioni delle aree a terra, così violando la prescrizione posta dall’autorizzazione paesaggistica.

Il collegio difensivo ritiene, invece, che i pontili sono rimasti installati in virtù del cosiddetto emendamento Marti (dal nome del senatore della Lega), relativo alla legge di stabilità 145 del 30 dicembre del 2018. Tale modifica, infatti, stabiliva che le strutture amovibili (tra cui i “punti di approdo”) possono essere mantenute per tutto l’anno e durante fino al 31 dicembre del 2020.

Nei mesi scorsi, invece, il Riesame aveva confermato il sequestro preventivo dei pontili di Otranto, del 6 dicembre scorso.

(La foto di copertina è di Pierluigi Faggiano)



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