Nel videoforum di Repubblica Tv, rispondendo alla domanda di un lettore che le chiede il nome dei due fucilieri di Marina per ''sapere quale è il grado di attenzione del governo su di loro”, il ministro degli Esteri, Emma Bonino, risponde «Sì, li conosco, ma non li voglio dire». Poi aggiunge «ho 3120 italiani in carcere nel mondo. Trovo eccessivo che si parli solo di quelli che arrivano alla stampa»
Migliaia di singole storie in cui si intrecciano sofferenza e, in alcuni casi, addirittura ingiustizia. Migliaia le famiglie che vivono quotidianamente nell’angoscia, resa ancor più dolorosa dalla distanza o dal senso di impotenza. Tanti sono, infatti, gli italiani detenuti all’estero, tanto, purtroppo, il silenzio che li circonda. Che siano colpevoli oltre ogni ragionevole dubbio o vittime innocenti poco importa se ad essere negati sono i più elementari diritti sanciti dalle convenzioni internazionali.
Turisti, residenti, lavoratori, semplici cittadini italiani nei guai con la legge oltre i nostri confini, già processati o in attesa di sentenza. In quanti immaginerebbero mai che il “sogno americano” possa trasformarsi in un incubo vissuto per anni dietro le sbarre o che dietro il miraggio delle spiagge esotiche di Santo Domingo possa nascondersi un tragico imprevisto? Oppure che il fascino di Paesi come India e Thailandia possa celare aspetti oscuri? Hanno provato a raccontarlo in un libro-denuncia [“Le voci del silenzio – Storie di italiani detenuti all’estero”] Fabio Polese e Federico Cenci sperando che quel “sottobosco taciuto” conquisti l’attenzione che merita. Carlo Parlanti, Enrico Forti, Derek Rocco Barnabei, Mariano Pasqualin, Fernando Nardini, Tomaso Bruno ed Elisabetta Boncompagni: sette nomi e sette condanne con troppi punti di domanda per non essere sviscerati. Nomi che all’opinione pubblica non dicono nulla, o quasi. Protagonisti di vicende che se non fossero vere sembrerebbero più la trama di un romanzo ben scritto.
Ed è citando quei 3120 italiani in carcere nel mondo che il ministro degli Esteri, Emma Bonino ha risposto ad una domanda provocatoria. Nel corso di un videoforum su Repubblica Tv, un lettore le ha chiesto se ricorda i nomi dei due marò, "per constatare il grado di attenzione del governo su di loro". «I nomi li so e non li voglio dire. Perché ho 3120 italiani in carcere nel mondo. Trovo eccessivo – ha spiegato la Bonino – che si parli solo di quelli che arrivano alla stampa. Non voglio far sentire gli altri meno tutelati».
Quello dei due fucilieri italiani, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone accusati di aver ucciso due pescatori indiani al largo delle Coste del Kerala il 15 febbraio del 2012 è solo un caso eccezionale, un fatto eclatante che ha attirato l'attenzione dei media e non solo, la punta di un iceberg.