Da almeno due anni, quale assiduo avventore del bar “Movida”, avrebbe consolidato l’abitudine di consumare bevande varie senza mai pagare, assumendo atteggiamenti arroganti e minacciosi. Tipici da “boss”, come scrivono in Carabinieri in una nota fattaci pervenire in redazione. Arrivando finanche ad allontanare arbitrariamente gli avventori presenti. Con quest’accusa, i Carabinieri della Stazione di Squinzano hanno notificato una ordinanza di custodia cautelare in carcere per estorsione – aggravata dal metodo mafioso – emessa dal G.I.P. del Tribunale di Lecce, nei confronti di Paolo Guadadiello, residente a Torchiarolo; pluripregiudicato e detenuto presso l’istituto carcerario di Borgo San Nicola dal 29 dicembre 2015 per un tentato omocidio.
Il provvedimento cautelare è scaturito da una complessa attività di indagine dei Carabinieri squinzanesi, in cui si è accertato che gli atteggiamenti intimidatori fossero culminati nell’episodio dell’11 settembre 2015, giorno in cui Guadadiello – entrato con altre persone nel bar – dopo aver bevuto e perso soldi alle slot-machine, avrebbe in preda all’ira danneggiato alcuni arredi ed il registratore di cassa, obbligando poi il titolare del bar a mettere in ordine.
Peraltro, lo scorso 20 Gennaio, Il Tribunale del Riesame rigettò l'istanza di scarcerazione per Paolo Guadadiello ed un altro coimputato riguardo a episodi risalenti alla notte tra il 13 e il 14 maggio 2014, quando quattro soggetti convocarono un pregiudicato di Manduria per ottenere una confessione. I Carabinieri della Compagnia di Campi Salentina emisero provvedimenti cautelari su richiesta del procuratore aggiunto Antonio De Donno e del Sostituto Procuratore Maria Vallefuoco, oltre che tentato omicidio aggravato, anche di porto illegale d'arma da fuoco.
