Esplosione della palazzina per una fuga di gas, c’è un indagato. Si attende l’autopsia sulle vittime

Nella giornata di domani verrà conferito l’incarico al medico legale Domenico Urso, per l’autopsia sui corpi di Francesco Fanizza e Massimo Fanizzi.

La Procura apre un’inchiesta sull’esplosione per una fuga di gas, di una palazzina a Porto Cesareo che ha provocato a distanza di pochi giorni, il decesso di due persone.

Come primo passo, nella giornata di domani verrà conferito l’incarico al medico legale Domenico Urso, per l’autopsia sui corpi di Francesco Fanizza e Massimo Fanizzi. L’esame, comunque, sarà presumibilmente eseguito solo nei prossimi giorni. Intanto, come atto dovuto in vista degli accertamenti autoptici, un nominativo è stato iscritto nel registro degli indagati dal pm Maria Vallefuoco (in sostituzione del sostituto procuratore Maria Rosaria Micucci, titolare dell’inchiesta). Si tratta di O.Z., 44enne di Porto Cesareo, titolare di una ditta d’impianti elettrici ed idrici, che avrebbe fatto dei lavori di ripristino all’interno dell’abitazione in cui è avvenuta la terribile deflagrazione. Risponde dell’accusa di “delitti colposi di danno” e “lesioni personali colpose”. L’ipotesi di reato, a seguito dell’autopsia, potrebbe essere modificata in “omicidio colposo plurimo”. L’indagato è difeso dall’avvocato Gino Gioffredi.

Invece, i familiari delle due vittime: la moglie, il fratello, la sorella ed il padre di Massimo Fanizzi, e poi, la moglie ed i due figli di Francesco Fanizza, sono assistiti dall’avvocato Pasquale De Monte.

Dopo l’esame autoptico, le salme saranno restituite alle famiglie per la celebrazione dei funerali.

La tragedia

Ricordiamo che il terribile incidente si è verificato il 21 giugno scorso a Porto Cesareo, poco prima di mezzogiorno, in un’abitazione adibita a casa vacanze in località «Poggio», lungo la strada che conduce a Sant’Isidoro. All’interno della casa erano presenti due persone, il proprietario Franco Fanizza, e  Massimo Fanizzi. In base ad una prima ricostruzione degli inquirenti, il secondo, entrando in cucina, ha avvertito l’odore di gas ed ha chiuso la valvola dell’impianto. Una volta accesa la luce, però, ha inavvertitamente innescato l’esplosione, nell’ambiente oramai saturo. Questa ha provocato il crollo parziale della struttura.

Scattato l’allarme, sono prontamente accorsi i Vigili del Fuoco e le ambulanze del 118 che hanno accompagnato entrambi presso il centro “grandi ustionati” di Brindisi.

Col passare dei giorni, la degenza è diventata un’agonia: le ferite, le ustioni e le fratture erano troppo gravi per essere superate. Il 29 giugno scorso, sono morti entrambi a distanza di poche ore.



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