29enne uccisa a coltellate a Specchia Gallone. Procura chiede processo per ex fidanzato. Giudice accoglie la richiesta.

Salvatore Carfora, 38enne di Torre Annunziata, risponde dell’accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e stalking.

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Chiesto il processo per Salvatore Carfora, 38enne di Torre Annunziata, accusato dell’omicidio della ex compagna” la 29enne originaria di Rimini, Sonia Di Maggio. L’istanza di giudizio immediato è stata avanzata dal sostituto procuratore Alberto Santacatterina. La Procura ha ritenito evidenti gli elementi di prova raccolti e dunque sufficienti per bypassare l’udienza preliminare. Ed a stretto giro, il gip Giulia Proto, attraverso apposito decreto, ha accolto la richiesta di giudizio immediato.

Il processo si aprirà il 16 settembre davanti ai giudici della Corte d’Assise. Nei prossimi giorni, la difesa dell’imputato, rappresentata dall’avvocato Cristiano Solinas, valuterà se chiedere seppur formalmente il rito abbreviato. Infatti, occorre ricordare, vi è il recente pronunciamento della Corte Costituzionale, sull’inapplicabilità del giudizio abbreviato (consente lo sconto di pena di un terzo) per i reati punibili con l’ergastolo. Salvatore Carfora risponde dell’accusa di omicidio aggravato dalla premeditazione, “essendosi appositamente recato da Napoli (dove risiedeva) in Minervino, armato di un coltello, allo scopo di cagionare la morte di Sonia Di Maggio”. La Procura contesta anche l’aggravante dei futili motivi, “per un abnorme stimolo possessivo nei confronti della vittima, che era stata legata a lui in una relazione sentimentale ormai interrotta”. Carfora risponde infine di stalking, verso Sonia ed il nuovo compagno, al quale indirizzava messaggi telefonici del tipo: “Meglio che rinunci a Sonia se no ti faccio fare una brutta fine…decidi bene.” Tra le parti offese, compaiono i genitori della vittima che potranno costituirsi parte civile nella prima udienza del processo. La madre è assistita dall’avvocato Vincenzo Blandolino.

Ricordiamo che nei mesi scorsi, il medico legale Alberto Tortorella ha eseguito l’autopsia sul corpo della giovane. Sonia è stata attinta da circa venti coltellate, al collo e alla testa, sferrate con ferocia e brutalità. Ci sarebbe, inoltre, una ferita al polso presumibilmente, causata dal tentativo della giovane di difendersi. E poi, c’e la relazione del consulente informatico Claudio Leone che ha analizzato i tre cellulari finiti sotto sequestro. I primi due sono quelli di Salvatore Carfora. L’altro appartiene all’attuale fidanzato di Sonia Di Maggio, ma sarebbe stato precedentemente usato da lei. Dalla consulenza sono emersi numerosi messaggi scritti da Carfora, in cui emergeva il suo “amore malato” verso Sonia, come l’ha definito il gip Giulia Proto nell’ordinanza con cui ha convalidato il fermo e disposto il carcere.

La ricostruzione dei fatti

Nel provvedimento del giudice viene ricostruito l’omicidio avvenuto il 1 febbraio del 2021, a Specchia Gallone (frazione di Minervino). Salvatore Carfora dopo aver lasciato il dormitorio pubblico nei pressi della stazione di Napoli, si è messo a bordo di un treno diretto nel Salento, in piena emergenza Covid. E poi, ha raggiunto Specchia Gallone, frazione di Minervino, con l’autobus della Sud Est, partendo da Lecce intorno alle 18. E durante l’ultima parte del tragitto è stato anche notato da due finanzieri. Inoltre, ha chiesto all’autista di fermarsi quando, giunto sul posto, ha visto Sonia in compagnia del fidanzato. E poi, sceso dal bus, ha messo in atto il brutale omicidio della ex, intorno alle 19. In base a varie testimonianze, tra cui quella del nuovo fidanzato di Sonia, il 38enne campano ha colpito la giovane alle spalle; l’ha trascinata sull’asfalto e l’ha martoriata con altri fendenti. Alcuni sferrati in pieno volto. È stato però riconosciuto dal fidanzato della vittima che aveva visto una sua foto sui social e grazie anche alla luce di un lampione che illuminava il suo volto. Una signora è stata la prima testimone oculare del femminicidio e dopo aver soccorso la giovane e chiamato il 118, le avrebbe tamponato le gravi ferite con un ascigumano in attesa dei soccorsi.

Il fermo dell’ex fidanzato

Carfora è stato poi fermato ad Otranto, grazie anche alla segnalazione di un commerciante. In passato il 38enne campano aveva già picchiato la sua ex, che presentava una cicatrice sul volto dovuta ad un pugno. E Sonia era sfuggita alle sue violenze, recandosi in Salento. Carfora, però, non si arrendeva e si recava prima a Rimini dalla madre della giovane. Dopo aver carpito con l’inganno il numero di telefono del nuovo compagno, iniziava a perseguitarlo e minacciarlo, con messagi del tipo: “Meglio che rinunci a Sonia se no ti faccio fare una brutta fine…decidi bene”. E poi: “Hai ancora poco da ridere e poi rido io”.
Carfora, nel corso dell’interrogatorio in carcere, ha confessato l’omicidio, ma ha sostenuto che era sceso in Salento per avere un chiarimento con la ex compagna e chiederle di tornare con lui. Di fronte al rifiuto di Sonia, ha perso la testa, si è sfilato il coltello dalla cintola dei pantaloni e l’ha colpita..