Furto di M12 presso la Forestale di San Cataldo. Arrestati i presunti autori

L’azione era avvenuta lo scorso luglio. Sarebbero in tre ad aver agito quella notte. I dettagli nel corso di una conferenza stampa presso il Comando Provinciale dell’Arma

Era la notte tra il 13 ed il 14 luglio scorso, quando, alcuni malviventi, si erano introdotti all’interno della Caserma del Corpo Forestale dello Stato di Via Vespucci a San Cataldo,  portando via con sé due mitragliatrici Beretta M 12, una pistola d'ordinanza, un giubbotto antiproiettile e circa duecento cartucce. Un lavoro eseguito grazie all'utilizzo della fiamma ossidrica (approfittando dell'assenza di impianti di videosorveglianza) che ha permesso di penetrare nell'armeria – forzando una grata – e forare l'armadietto all'interno del quale era custodito il materiale. Dei fori praticati in un posto specifico, come se qualcuno avesse fornito delle indicazioni precise su dove cercare. 

Una ventina di giorni dopo, poi, alcuni volontari, mentre erano intenti a ripulire dai rifiuti Via Vecchia Leverano a Copertino, avevano notato una cassetta metallica, nei pressi della centrale Enel. Aperto il contenitore la scoperta: all’interno vi erano alcuni distintivi del Corpo Forestale dello Stato che i Carabinieri, una volta avutone il possesso, hanno stabilito che si trattasse di materiale sottratto dal posto fisso della Forestale di San Cataldo.

Le indagini per risalire agli autori del furto sono proseguite incessantemente nel corso di questi mesi e sembrerebbero essere giunte ad una svolta. Sarebbero tre infatti i presunti autori della condotta arrestati dai Carabinieri. Si tratta di Antonio Boris Arcati, 34nne; Ermanno Bianco 41enne; Angelo Buccarella, 44enne. Loro, tutti salentini, hanno ricevuto l'ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal GIP Vincenzo Brancato su richiesta del PM Massimiliano Carducci. I dettagli sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa svoltasi nella mattinata di oggi presso il Comando Provinciale dell’Arma alla presenza del Procuratore Capo di Lecce, Cataldo Motta

Fondamentale, nella costruzione dell'impianto accusatorio, l'ausilio delle intercettazioni telefoniche. Non solo. Anche le impronte palmari e papillari rinvenute sul luogo dei fatti hanno fornito manforte alle investigazioni, considerando che apparterrebbero ad uno degli indagati. Inoltre, durante una perquisizione domiciliare nei confronti di Arcati c'erano sia la fiamma ossidrica che gli attrezzi da scasso, compatibili – sempre stando alle ipotesi avanzate dagli inquirenti – col colpo della scorsa estate compiuto nei locali del Corpo forestale. 

Eppure, il ringraziamento particolare – per il buon esito delle indagini – è stato fornito ad un carabiniere di Rho in vacanza nel Salento in quel periodo. Costui, notando alcuni movimenti sospetti davanti alla Stazione forestale, quella notte segnò il numero di targa di una Panda, risultata poi collegata all'episodio. Proprio grazie alla segnalazione ti tale anomalia, i militari sono successivamente riusciti a fare quadrato, collegandola al furto scoperto l'indomani. "Vi è una strana abitudine di ritenere che il controllo del territorio sia solo di competenza delle forze dell'ordine, e invece no – ha dichiarato il Procuratore Motta – poiché chiunque occupi questo territorio è tenuto a farlo, anche un semplice cittadino"