Gioco erotico mortale. Torna in libertà l’ingegnere romano

Torna in libertà Soter Mulè©, il 43enne romano, accusato di omicidio colposo dopo il gioco erotico finito in tragedia in cui perse la vita Paola Caputo, studentessa 23enne di Villa Baldassarri.

È tornato in libertà per decorrenza dei termini di custodia cautelare, Soter Mulè, l’ingegnere romano 43enne accusato di omicidio colposo per aver provocato, lo scorso 11 settembre, la morte di Paola Caputo, studentessa 23enne all’università «La Sapienza» di Roma ma originaria di Villa Baldassari, piccola frazione del comune di Guagnano. A distanza di tre mesi, Mulé torna ad essere un uomo libero: niente più costrizioni nella sua abitazione sulla Cassia. Legate per il collo, di schiena, con una corda appesa al tubo del riscaldamento secondo la tecnica  dello shibari, un’antica forma artistica di legatura divenuta col tempo una pratica sessuale estrema. Così erano state ritrovate Paola e Federica, le due amiche che la notte del 9 settembre parteciparono ad un gioco erotico giapponese in quel garage del palazzo che ospita ai piani superiori gli uffici dell'Agenzia delle Entrate, in via Settembrini. Ma quella che doveva essere una notte dalle emozioni estreme, si trasformò in una tragedia dal bilancio pesantissimo, con una giovane vita spezzata ed un'altra ragazza ricoverata in gravi condizioni in ospedale a lottare tra la vita e la morte per mesi.

L'ingegnere, con un pallino per l'arte e la fotografia, era un esperto di bondage e anche autore di fotografie porno soft con modelle strette tra corde. E gli stessi profili di Facebook o Twitter di Mulé, che era un abituale frequentatore della rete, offrono fotogallery eloquenti modelle ritratte in pose al limite del sensuale. «Il problema nella vita non è fare male a qualcuno. È fare abbastanza male, tanto male che nessuno possa credere che lo hai fatto veramente tu o che lo hai fatto di proposito», scriveva il 43enne in un post sul frequentatissimo social network. Resta il dolore di una famiglia, trasformato improvvisamente in un dramma, costretta” ora non solo a piangere per la morte di una figlia ma anche a fare i conti con una realtà fino a quel momento sconosciuta che si è presentata di colpo sotto i nomi più strani  di shibari, bondage, eros.



In questo articolo: