La vicenda giudiziaria si era conclusa con la condanna in primo grado a 4 anni e 8 mesi per l’ingegnere romano Soter Mulè che, in base alle ricostruzioni dell’accusa, aveva coinvolto due giovani in un gioco erotico conosciuto come bondage, di matrice giapponese, nel garage dell'Agenzia delle Entrate di Roma.
Se una delle due ragazze, dopo il coma, riuscìa a salvarsi, la salentina di Villabaldassarri, Paola Caputo, morì per soffocamento nella notte tra il 9 e 10 settembre 2011. Una tragedia che non soltanto sconvolse la famiglia che perse la figlia 20enne a Roma per studiare, ma anche tutta la comunità che rimase incredula per una simile morte.
Le indagini si conclusero con l’unico indagato, l’allora 45enne Soter Mulè. Il rinvio a Giudizio vedeva quale capo d’imputazione omicidio preterintenzionale e lesioni dolose gravi. Poi il giudizio di primo grado si concluse con la condanna per omicidio colposo aggravato dalla previsione dell’evento e lesioni colpose, visto che per lo svolgimento della pratica erotica sarebbe stato necessario il consenso delle ragazze.
Ora, però, si scrive una nuova pagina giudiziaria che vede la grinta dell' avvocato Francesca Conte che assiste con la collega avv. Maria Calisse di Roma, la famiglia Caputo di Villabaldassarri nel procedimento penale contro Soter Mulè,.
Da sempre la richiesta della famiglia Caputo è stata quella di ricevere giustizia, una giustizia adeguata quanto più è possibile.
Ed ora all’udienza 7 gennaio 2015, la Corte d'Appello penale di Roma, a seguito dell'appello della Procura e dell'avvocato Conte, quale parte civile in rappresentanza della famiglia Caputo, ha rimesso gli atti alla Corte d'Assise d'Appello della Capitale, ritenendo che si tratti di omicidio volontario.
Si profila, pertanto, una nuova più grave condanna per l’imputato.
"Esprimo, a nome della famiglia Caputo, grandissima soddisfazione per questa decisione che consentirà nelle sedi competenti di riaffrontare la vicenda che ha condotto all'assurda morte di una ragazza di vent'anni". Così l’avvocato leccese della famiglia Caputo ha commentato.