
Scelgono la via del silenzio i fratelli Cariddi, arrestati nell’ambito dell’inchiesta “Hydruntiade” che ha provocato un terremoto giudiziario nel Comune di Otranto. Questa mattina, nel carcere di Borgo San Nicola dove sono detenuti, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere nell’interrogatorio di garanzia, dinanzi al gip Cinzia Vergine, del procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone e del sostituto procuratore Giorgia Villa.
Ricordiamo che, nella mattinata di lunedì, i militari dei Comandi Provinciali dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza di Lecce, insieme ai funzionari della Polizia Provinciale, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip, su richiesta della Procura, nei confronti di 10 persone – 2 in carcere e 8 ai domiciliari – alle quali sono contestati – nelle diverse vesti di amministratori, funzionari pubblici, imprenditori e liberi professionisti – i reati di associazione per delinquere finalizzata al compimento di delitti plurimi contro la Pubblica Amministrazione, la fede pubblica e l’amministrazione della giustizia, oltre che in materia di corruzione elettorale, per atti contrari ai doveri d’ufficio, frode in processo penale e depistaggio, turbata libertà degli incanti, truffa ai danni dello Stato e della Comunità Europea.
Nel corso delle indagini sarebbe emerso un vero e proprio sistema per il rilascio di autorizzazioni e per affidamenti di lavori anche attraverso concessioni comunali artefatte, in cambio del sostegno elettorale da parte di imprenditori amici. La Procura, infatti, parla di un “sistema Cariddi” con cui si faceva ricorso anche alle minacce nei confronti di pubblici ufficiali.
Il metodo sarebbe stato portato avanti da Luciano Cariddi insieme al fratello Pierpaolo, con cui vi era un’intercambiabilità di ruoli. E quest’ultimo sostituiva spesso il fratello negli incontri elettorali organizzati per le elezioni politiche del 2018 (Luciano Cariddi era candidato al Senato). Tali appuntamenti venivano messi a punto dagli imprenditori “amici”, che garantivano anche il supporto economico alla campagna elettorale. Ed a tal proposito l’ingegnere Pierpaolo Cariddi, ritiene la Procura, si impegnava a soddisfare i loro interessi e riceveva incarichi di progettazione, che solo apparentemente venivano attribuiti ai suoi collaboratori.
Ed il pm parla di una vera e propria svendita del Comune di Otranto “in spregio agli strumenti urbanistici vigenti e alle norme di tutela del paesaggio”.
Gli altri interrogatori
Successivamente verranno ascoltati presso il tribunale di viale De Pietro, gli otto indagati ai domiciliari. Si tratta dell’ingegnere Roberto Aloisio, 50 anni, componente dell’Ufficio Tecnico comunale (avvocati Carlo Viva e Francesco Romano); Giuseppe Tondo, 69 anni, geometra, ex componente dell’Ufficio Tecnico (avvocato Corrado Sammarruco); Marco Maggio, 40 anni (avvocato Antonio Costantini); Salvatore Giannetta, 63 anni, imprenditore nel settore dei supermercati ( avvocati Luigi Corvaglia e Sergio Schito); Raffaele De Santis, 76 anni, presidente di Federalberghi (Roberto Eustachio Sisto); Roberto de Santis, 64 anni (Giuseppe Fornari); Luigi Bleve, 61 anni (avvocato Salvatore Brillante) ed Emanuele Maggiulli, 56 anni di Muro Lecce, ex dirigente del Comune di Otranto (avvocati Luigi Covella ed Antonio Quinto).
L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone e dal sostituto procuratore Giorgia Villa, è partita nel dicembre del 2017 e sono indagate complessivamente 60 persone. Sono difese, tra gli altri, dagli avvocati Alberto ed Arcangelo Corvaglia, Donato Mellone, Silvio Verri.