Terremoto giudiziario ad Otranto. L’ex sindaco Pierpaolo Cariddi ottiene la revoca dei domiciliari

Il gip Cinzia Vergine ha accolto l’istanza degli avvocati Gianluca D’Oria e  Alessandro Dello Russo

Revocati i domiciliari per Pierpaolo Cariddi, 56, ex sindaco di Otranto, nell’ambito dell’inchiesta Hydruntiade.

Il gip Cinzia Vergine ha accolto l’istanza della difesa, rappresentata dagli avvocati Gianluca D’Oria e  Alessandro Dello Russo.

Occorre ricordare che dopo l’avviso di conclusione delle indagini da parte della Procura, il gip Cinzia Vergine, su istanza della difesa, aveva revocato la misura del carcere, sostituendola con quella dei domiciliari, non solo per Pierpaolo Cariddi, ma anche per il fratello Luciano, ex sindaco fino al 2017, difeso dagli avvocati Viola Messa e Michele Laforgia. E intanto, i legali di Luciano Cariddi hanno presentato un’istanza per chiedere anche per lui, la revoca della misura degli arresti domiciliari. La decisione del giudice è attesa nelle prossime ore.

Occorre ricordare che nelle scorse ore, il procuratore Elsa Valeria Mignone ed il sostituto procuratore Giorgia Villa, hanno notificato l’avviso di conclusione delle indagini relativo alla maxi inchiesta “Hydruntiade“ che ha provocato un terremoto giudiziario ad Otranto. Oltre ai fratelli Cariddi risultano indagate altre 58 persone, tra cui ex dirigenti comunali ed imprenditori.

Nel corso delle indagini sarebbe emerso un “sistema Cariddi” per il rilascio di autorizzazioni e per affidamenti di lavori anche attraverso concessioni comunali artefatte, in cambio del sostegno elettorale da parte di imprenditori amici. Il metodo sarebbe stato portato avanti da Luciano Cariddi insieme al fratello Pierpaolo.

I due Cariddi hanno invece riferito la loro “verità” nel corso dell’interrogatorio fiume dell’ottobre scorso, dinanzi ai pm, durato complessivamente oltre sei ore, presso il carcere di Borgo San Nicola. Nel corso dell’ascolto sono stati affrontati i vari temi confluiti nell’ordinanza di custodia cautelare. In particolare, i due hanno parlato dei rapporti istituzionali con le varie autorità del territorio idruntino e con gli imprenditori, chiarendo le modalità degli appalti pubblici.

I due Cariddi rispondono delle accuse di associazione a delinquere, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, tentata concussione, falso ideologico.