“La Regione non mollerà, ma il Governo deve intervenire”. Il Presidente Emiliano sul gasdotto Tap

Oggi, si è tenuto l’incidente probatorio con l’ascolto dei periti che hanno illustrato gli esiti della superperizia per diverse ore.

Prosegue lincidente probatorio sul gasdotto Tap, per stabilire l’eventuale applicabilità della normativa Seveso.

Oggi, si è tenuto l’esame orale dei periti che hanno illustrato gli esiti della superperizia per diverse ore. Nella prima parte dell’udienza, dinanzi al gip Cinzia Vergine, i consulenti si sono sottoposti all’esame del pm Valeria Farina Valaori e dei legali delle “parti offese”. Successivamente, si è svolto il controesame e i difensori di Tap hanno chiesto ulteriori chiarimenti sul documento.

Ricordiamo che i periti nominati dal gip erano chiamati a pronunciarsi sulla reale quantità di gas presente nel terminale di ricezione del gasdotto. I professionisti avrebbero però stabilito (la perizia è stata già depositata nel novembre scorso) che Tap non è uno stabilimento, dunque, la normativa Seveso non va applicata. All’udienza ha partecipato anche il presidente Michele Emiliano, per la Regione Puglia, assistita dallavvocato Francesco Zizzari. Erano presenti in aula, anche Marco Potì per il Comune di Melendugno, Fulvio Pedone per quello Lizzanello, Fabio Tarantino di Martano e l’ex sindaco di Vernole, Luca De Carlo.

A margine dell’udienza è intervenuto il Presidente della Regione Emiliano: “La Regione non mollerà, ma il Governo deve fare qualcosa e non i giudici”. Egli ha sottolineato che il vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio ed il Ministro dell’ambiente Sergio Costa “dovrebbero intervenire con un decreto che stabilisca l’applicabilità della normativa Seveso”, ha dichiarato. Ed ha aggiunto che “Tap è uno stabilimento a rischio altissimo di incidente e sorge vicino a centri abitati”.

Anche il Sindaco Potì ha “contestato” le conclusioni dei periti, nel corso di un’intervista.

L’inchiesta

Tap ritiene che non verranno superate le 48,6 tonnellate e dunque si è al di sotto dei limiti di applicazione della normativa Seveso, pari a 50 tonnellate. I sindaci chiedono di considerare il gasdotto come un unico impianto che parte da San Foca ed arriva a Mesagne, il che porterebbe ad uno sforamento di quei limiti.

Gli indagati rispondono dellipotesi di reato di truffa ai danni dello Stato.

Adesso, all’esito dell’incidente probatorio, la Procura stabilirà se chiedere l’archiviazione del procedimento o se andare avanti con l’inchiesta.