Truffa e abuso d’ufficio per un Pfa. Indagato il Capo di Gabinetto della Regione, Claudio Stefanazzi

Insieme a lui sono indagati la moglie, Milena Rizzo e l’imprenditore barese Vito Ladisa. Emiliano, “Allo stato non emerge alcun elemento. Attendo l’esito delle indagini”.

“A tutti i miei amici e a chiunque interessi. Stasera, appena rientrato come ogni sera a Lecce da Bari, sono stato raggiunto da una telefonata di un giornalista che mi chiedeva notizie di una indagine a mio carico e di una perquisizione avvenuta presso la sede della società dove lavorava, fino ad un anno fa, mia moglie. Non avendone avuto notizia mi sono informato ed effettivamente mi è stato riferito che, stamattina la Guardia di finanza si è recata presso la società. Ho così scoperto che io e mia moglie siamo indagati, senza però aver avuto alcuna notifica in merito”, con questo post dal sapore un po’ amaro, affidato alla sua pagina facebook, Claudio Stefanazzi, leccese, Capo di Gabinetto del Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, commenta l’inchiesta, aperta dalla Procura della Repubblica di Bari, nei suoi confronti e della moglie.

Le accuse

Truffa aggravata e abuso di ufficio, sarebbero questi i reati contestati a lui e alla consorte, Milena Rizzo, per un Pfa (piano formativo aziendale), un corso di formazione, finanziato dalla Regione Puglia e gestito, a detta degli inquirenti, dalla Rizzo. I fatti contestati riguardano gli anni 2016-2018.

Estranei ai fatti e fiducia nei magistrati

“Nel ribadire la nostra totale estraneità ai fatti contestati – prosegue Stefanazzi –  e la assoluta fiducia nell’operato della magistratura, non posso che rammaricarmi dell’ennesima fuga di notizie. Questa volta l’atto giudiziario è avvenuto a 150 km da Bari, quindi, esclusa la accidentale scoperta da parte di qualche passante occasionale, debbo constatare che, ancora una volta, la stampa viene a conoscenza di vicende che riguardano una sfera molto riservata della vita di ognuno di noi, prima dei diretti interessati”.

Perquisizioni della Guardia di Finanza

Nella giornata di ieri i militari della Guardia di Finanza hanno perquisito la sede della Ladisa Srl e gli uffici di una società di formazione a Lecce dove si è svolto il corso.

Insieme a Stefanazzi e la moglie risulta indagato, inoltre, l’imprenditore di Bari, Vito Ladisa.

Emiliano, “Attendo l’esito delle indagini”

Non è tardata a mancare la dichiarazione del Governatore di Puglia, Michele Emiliano, sulla vicenda: “Da una attenta analisi della vicenda che sta interessando il mio capo di Gabinetto non emerge allo stato alcun elemento a conferma delle ipotesi accusatorie. La magistratura ha il diritto/dovere di svolgere tutte le verifiche necessarie, ricordo anche in favore dell’indagato, e quindi si rimane in attesa di conoscere l’esito tutti gli accertamenti per le eventuali determinazioni di mia competenza”.

Le reazioni politiche, Fratelli d’Italia

“Il presidente Michele Emiliano poteva risparmiarsi l’attenta analisi della vicenda che sta riguardando il suo Capo di Gabinetto. Noi siamo sempre garantisti e confidiamo nel lavoro della Magistratura. Lo siamo stati anche nei confronti dei suoi ex assessori defenestrati dalla Giunta senza che lui avesse fatto la stessa ‘analisi’ che invece ha riservato oggi a Stefanazzi e qualche giorno fa all’assessore al Welfare, Ruggeri. Sarà un caso che nelle inchieste che hanno investito sia Stefanazzi sia Ruggeri sia lui stesso indagato e quindi prima di chiedere le loro dimissioni avrebbe dovuto dare le sue. “E’ questo garantismo di Emiliano a doppio binario che dovrebbe far riflettere tutti: la doppia morale a seconda della convenienza è spesso un brutto vizio del centrosinistra”.

La dura nota del M5S

Emiliano rispetti il lavoro della magistratura. Non spetta a lui assolvere qualcuno prima della chiusura delle indagini e poi cercare di correggere il tiro ‘concedendo’ alla magistratura il diritto d’indagare. Piuttosto ci saremmo aspettati che chiedesse le dimissioni del capo di Gabinetto Stefanazzi, come fatto in passato per i suoi assessori, anche se non indagati. Ma neanche questo può più fare, dal momento che essendo lui stesso coinvolto in tre inchieste, dovrebbe essere il primo a staccarsi dalla poltrona. Lui e Stefanazzi devono dimettersi. Ormai è chiaro che gli stia sfuggendo la situazione di mano: il consigliere Cera ai domiciliari con l’accusa di induzione indebita a dare o promettere utilità, l’assessore Ruggeri indagato per corruzione nell’inchiesta sulla nomina del commissario dell’ASP di Chieuti e l’ex assessore Caracciolo su cui ieri abbiamo letto la notizia della chiusura delle indagini con le accuse di corruzione e turbativa d’asta. Decisamente troppo per chi fa della legalità la sua bandiera. È necessario che Emiliano venga in Consiglio a riferire su quanto sta succedendo”.



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