Operazione “Free Diesel”, i tre indagati finiti in carcere fanno “scena muta” davanti al gip

Tutto ha avuto inizio da un’attività di controllo economico del territorio, con il pedinamento di un’autobotte che trasportava gasolio agricolo venduto illecitamente.

Sono iniziati in mattinata, gli interrogatori di garanzia dei tre arrestati in carcere, nell’ambito dell’operazione denominata “Free Diesel”. Dinanzi al gip Gip Giovanni Gallo, sono comparsi Pierluigi Quarta, 39 anni di Carmiano; Dario Errico, 39 anni di Carmiano e Raffaele Sperti; 41 anni di Carmiano, ma si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, respingendo gli addebiti. Quarta ed Errico sono assistiti dagli avvocati Cristiano Solinas e Gianfranco Napolitano. Invece, Raffaele Sperti è difeso dall’avvocato Cosimo D’Agostino.

Domani, invece, si svolgeranno gli interrogatori dei cinque arrestati ai domiciliari. Si tratta di Raffaele Pendinelli, 50 anni, di Carmiano; Emiliano Lombardi, 30 anni di Ladispoli, provincia di Roma; Luigi Lombardi, 60 anni di Ladispoli, provincia di Roma; Francesco Colacresi, 45 anni di Tivoli (Roma); Marco Federici, 48 anni, di San Gregorio da Sassola (Roma); Gianluca Petrelli, 42 anni di Carmiano; Cirino Angelo Negro, 47 anni di Poggiardo e Giovanni Grandioso, 49 anni di Copertino.

Gli indagati rispondono a vario titolo ed in diversa misura di: associazione a delinquere finalizzata ai reati di contrabbando di gasolio agricolo, emissione e utilizzo di fatture false, riciclaggio ed autoriciclaggio. Le persone complessivamente finite nel registro degli indagati sono 64

L’operazione denominata “Free Diesel” è stata condotta dai Finanzieri della Tenenza di Tricase, sotto il coordinamento del pm Francesca Miglietta, d’intesa con la Direzione Nazionale Antimafia di Roma.

Tutto ha avuto inizio da un’attività di controllo economico del territorio, con il pedinamento di un’autobotte che trasportava gasolio agricolo venduto illecitamente. Le successive investigazioni, anche di natura tecnica, durate oltre due anni, hanno fatto emergere due complessi e ben collaudati sistemi di frode: il primo rappresentato dal contrabbando di un ingente quantitativo di gasolio agricolo; il secondo, dall’utilizzo di una società “cartiera” che acquistava e commercializzava carburante per autotrazione, evadendo così lIva.

Nel dettaglio, l’organizzazione leccese (diretta da Pierluigi Quarta, 39enne di Carmiano), dal 2014 al 2018, ha gestito due depositi di carburanti agricoli, uno a Carmiano e l’altro a Diso (quest’ultimo intestato a una “testa di legno”) e ha “distratto” circa 25 milioni di litri di prodotto petrolifero (con un’evasione di accisa, I.V.A. ed imposte dirette per oltre 13 milioni di euro), a favore di autotrasportatori leccesi, brindisini e tarantini compiacenti. Il sistema, ben collaudato, si avvaleva di imprese agricole fittizie, prive di libretti U.M.A. (Utenti Motori Agricoli) e costituite ad hoc, con la complicità di un commercialista salentino.

La rilevante evasione fiscale (tra accisa, Iva ed Ires) – accertata per gli anni dal 2014 al 2018 – ammonta ad oltre 20 milioni di euro ed è stato disposto il sequestro di beni a carico di 17 indagati e di 8 aziende, tre delle quali anche destinatarie di interdizione per un anno dall’esercizio dell’attività di commercio all’ingrosso di prodotti petroliferi.



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