Nella mattinata di ieri, una volante è intervenuta per la segnalazione al 113 di una lite violenta in atto tra conviventi. Sul posto vi era la richiedente, una cittadina straniera ventisettenne, con in braccio il figlio di pochi mesi, in forte stato di agitazione, in crisi di pianto e scalza. La donna ha riferito agli agenti di avere avuto, poco prima, una lite con il convivente nigeriano e di essere stata picchiata da lui. La donna, infatti, lamentava dolori alla nuca ed al collo per i pugni presi, mostrando ai poliziotti un evidente graffio tra il naso ed il labbro superiore.
L’uomo ha raccontato agli operatori che le discussioni con la sua convivente proseguono da alcuni giorni e che anche nella tarda serata di ieri era intervenuta una pattuglia della Polizia e, pur non negando di avere avuto poco prima un ennesimo litigio, sosteneva di non aver procurato alla compagna alcuna lesione e che lei è soggetta ad alterazioni dell’umore. Di fatto erano visibili anche agli operatori i segni di un morso all’avambraccio e dei pugni sulla nuca e la ferita al labbro. Inoltre – precisano gli uomini della Questura leccese in una nota stampa pervenutaci in redazione – si sarebbe accertato che il 15 agosto scorso, a seguito dell’ennesima lite che aveva richiesto l’intervento delle forze dell’ordine, lei era stata collocata presso una struttura protetta.
Il personale medico giunto sul posto ha soccorso la donna trasportandola, insieme al figlio minore, presso il pronto soccorso del “Vito Fazzi”, dove successivamente è stata dimessa con referto di 20 giorni di prognosi per le lesioni a seguito di maltrattamenti in famiglia.
Al termine degli accertamenti il compagno è stato denunciato in stato di libertà con l’accusa – da cui ora dovrà difendersi – di maltrattamenti e lesioni. Del fatto sono stati informati anche i servizi sociali ed il tribunale dei minorenni, attesa la presenza del figlio di pochi mesi e – raccontano sempre gli agenti – le carenze igienico sanitarie in cui si trovava l’appartamento occupato dalla donna.