Avrebbe esercitato il proprio ruolo di maestra attraverso metodi tutt'altro che educativi e senza essere contrastata efficacemente dal preside. Il gup Antonia Martalò ha rinviato a giudizio A.P.S. 58enne originaria di Martano, ma in servizio in una scuola materna di Cannole, difesa dall'avvocato Carlo Caracuta.
La donna dovrà presentarsi innanzi al giudice monocratico Bianca Todaro della prima sezione penale, il 24 giugno per l'inizio del processo.
Il gup Antonia Martalò, inoltre, ha accolto la richiesta di abbreviato condizionato all'ascolto di un componente del Consiglio d'Istituto, per il 62enne E.L. dirigente scolastico della scuola materna, difeso dall'avvocato Marco Pezzuto. Il dirigente dovrà comparire innanzi al gup Martalo, il 12 maggio per la celebrazione dell'abbreviato.
Oggi, c'è anche stata la costituzione di parte civile dei genitori di 8 bambini presunte vittime di violenze (altri 3 sono comunque parti offese). Le famiglie sono difese dagli avvocati Luigi Corvaglia, Marco Castelluzzo, Fabrizio Cananiello e Antonio Costantini ed hanno invocato un maxi risarcimento complessivo di circa 200 mila euro.
L'insegnante è accusata del reato continuato di "abuso dei mezzi di correzione" e "maltrattamenti verso fanciulli" mentre il Preside di "omessa denuncia di reato da parte di pubblico ufficiale all'Autorità giudiziaria". Secondo il Pubblico Ministero Angelo Rotondano, A.P.S. avrebbe tenuto, in un arco di tempo compreso tra settembre ed ottobre del 2013, una serie di comportamenti quanto meno irrituali per il ruolo ricoperto. Ad esempio, la maestra avrebbe rinchiuso alcuni alunni, con finalità punitive, in un armadio collocato all'interno dell'aula, oppure strattonato altri suoi piccoli allievi per costringerli a stare seduti o a camminare (a seconda dei casi).
In un' occasione poi, avrebbe anche fatto "accomodare" un suo alunno, su di una sedia sopra la quale aveva posto delle puntine. Questi singoli episodi erano accompagnati da comportamenti generalizzati di maltrattamenti nei confronti degli alunni. L'insegnante usava percuotere i propri piccoli allievi sulle manine, sul viso ed addirittura sullo stomaco o rivolgersi a loro con pesanti epiteti per un bimbo quali "brutto" o "stupido". Tutti questi deplorevoli comportamenti avrebbero avuto un effetto dirompente su alcuni bambiniche furono afflitti da una "sindrome post-traumatica da stress".
L'inchiesta della Procura coinvolgerebbe anche il preside dell'Istituto. Secondo il PM Rotondano E.L. avrebbe sostanzialmente "omesso di adottare alcun provvedimento a tutela dei bambini", visto che non avrebbe denunciato la maestra agli organi competenti ed avrebbe anche sconsigliato ai genitori interessati, di sporgere denuncia, nonostante fosse informato dei fatti che accadevano in quella classe. Invece, alcuni di essi, presentarono un esposto presso la locale caserma dei Carabinieri.
Le indagini hanno preso avvio dall'incidente probatorio disposto dal Gip Simona Panzera, alla presenza di due neuro-psichiatre infantili, con l' obiettivo di capire se i minori fossero in grado di sostenere l'ascolto protetto. L'esito fu positivo per tre di essi ed incominciarono gli interrogatori.
Il difensore del dirigente scolastico chiederà probabilmente che il suo assistito venga giudicato con rito abbreviato. Il suo avvocato sostiene che il preside si attivò per appurare la fondatezza delle accuse rivolte alla maestra e sollecitò anche il suo allontanamento da scuola per un certo periodo.
