Marito violento non potrà più avvicinarsi alla moglie: incubo finito per una donna leccese

Un matrimonio da incubo per una donna leccese, costretta dal 2000 a subire atti violenti, fisici e psichici, dal marito. La vicenda si è finalmente conclusa con l’ordinanza di allontanamento dalla casa coniugale, nonché di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla moglie.

Fine di un incubo per una donna. La Polizia ha infatti eseguito un’ordinanza di allontanamento dalla casa coniugale, nonché di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla moglie, nei confronti del marito 42enne. La storia inizia lo scorso luglio, ovvero quando lei sporse denuncia. I due si erano sposati nel 2000 e dal racconto della 41enne leccese emergono comportamenti talmente gravi che i poliziotti – alla fine – l’hanno accompagnata presso la sua abitazione a prelevare gli indumenti suoi e delle figlie minori, così da raggiungere il domicilio dei genitori. Da qui ne è scaturita un’attività di accertamento conclusasi con la raccolta di informazioni – ad opera dei parenti – che, pare, non lascino dubbi sulle responsabilità dell’uomo. Il comportamento violento – sostengono gli agenti – si era manifestato sin dal momento successivo al matrimonio, riversandosi in vessazioni fisiche e psichiche, ingiurie ed offese anche in presenza delle figlie. La moglie aveva tentato in tutti i modi di aggiustare il rapporto, chiedendo aiuto ed assistenza ad un centro antiviolenza. Tutto ciò non ha però prodotto alcun frutto. Anzi negli ultimi due anni la situazione era degenerata ed in particolare negli ultimi due mesi del 2015.

Il 15 giugno ci fu una violenta aggressione verbale e fisica con minacce di morte nei confronti della moglie. La violenza non aveva risparmiato nemmeno le figlie, strappate con forza alla madre che tentava di allontanarsi dall’abitazione per mettersi e metterle in salvo. Tale episodio – peraltro –  trova conferma nelle dichiarazioni dei genitori e della sorella della donna intervenuti in suo aiuto, nonché dai referti medici attestanti  lesioni giudicate guaribili in 10 giorni. Il giorno  successivo – essendo la donna fuggita di casa per rifugiarsi con le figlie a casa dei suoi genitori – il marito aveva iniziato a vessarla con richieste pressanti di tornare insieme, sia per tramite che mediante incursioni nei luoghi frequentati dalle figlie. La moglie, pur avendo avviato la separazione coniugale, alla fine ha ceduto alle richieste del marito, tornandoci insieme.

Nel mese di giugno, un’altra lite violenta. Anche questa volta la donna finisce in ospedale.  Fino al luglio 2015 , allorquando, ricevuto il ricorso per la separazione, il marito è tornato ad offenderla. Iniziavano allora una serie di maltrattamenti psicologici, descritti minuziosamente in denuncia.

Gli indizi di colpevolezza – giustificati dai due certificati medici – hanno indotto il PM di turno, d.ssa Stefania Mininni, a disporre per l’indagato la misura coercitiva dell’allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla moglie e dalle figlie.



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