Maxi evasione fiscale e truffa tra Lecce e provincia. Inflitti oltre 16 anni di reclusione a tre imputati

Le indagini sono state condotte dai militari della Guardia di Finanza di Gallipoli e si sono avvalse di una serie di informative dell’Agenzia delle Entrate

Si conclude con la condanna alla pena di oltre 16 anni complessivi di reclusione, il processo a carico di tre imputati accusati a vario titolo ed in diversa misura di occultamento di scritture contabili, emissione di fatture per operazioni inesistenti e truffa aggravata. La sentenza è stata emessa dal giudice monocratico Stefano Sernia. Nello specifico sono stati inflitti: 10 anni e 11 mesi e 6.600 euro di multa per Giovanni Laera, 62enne di Merine (la Procura aveva invocato 6 anni). Il giudice ha inoltre condannato l’imputato al risarcimento del danno quantificato in 20mila euro, in favore della parte civile, assistita dall’avvocato Carmen Castellana. Laera è stato invece assolto, perché il fatto non sussiste, dal reato di minacce aggravate verso un’altra persona.

Il giudice ha inoltre condannato a 4 anni e 6 mesi, Lucio Ruberti, 59 anni di Copertino (4 anni) ed a 1 anno e 3 mesi con le attenuanti generiche, Erasmo Creo, 58enne di Merine (2 anni e 6 mesi).

Gli imputati sono assistiti dagli avvocati Amilcare Tana, Giovanni Montagna e Massimo Bellini e potranno presentare ricorso in Appello dopo il deposito delle motivazioni (entro 90 giorni).

Invece, è arrivata l’assoluzione dal reato di truffa aggravata, per non aver commesso il fatto, in favore di A.D.M., 58enne di Lecce, difesa dall’avvocato Amilcare Tana.

Tutti gli altri imputati erano stati già prosciolti durante il processo per intervenuta prescrizione.

L’inchiesta

Le indagini sono state condotte dai militari della Guardia di Finanza di Gallipoli e si sono avvalse di una serie di informative dell’Agenzia delle Entrate.

I fatti si sarebbero verificati tra il 2009 ed il 2012 tra Lecce, Lizzanello, Copertino e Gallipoli. Secondo l’accusa, rappresentata dal pubblico ministero Massimiliano Carducci, gli imputati avrebbero evaso le imposte sui redditi per oltre 500mila euro e avrebbero reso insoluti gli assegni corrisposti ai fornitori per pagare la merce. Sarebbero state una ventina le vittime di truffa, tra cui molte società.



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