Maxi evasione fiscale del mobilificio “Torchetti”? Chieste quaranta condanne. Tutti i nomi

Sul banco degli imputati compaiono gli amministratori, i dirigenti e gli operai dell’azienda di Racale.
La sentenza è prevista per il 30 ottobre.

La Procura “presenta il conto” ai quaranta imputati del processo sulla presunta maxi evasione fiscale del mobilificio “Torchetti” di Racale.

Dinanzi al giudice monocratico Pasquale Sansonetti, il vpo d’udienza Giuliana Santese ha chiesto la condanna a 3 anni per Fabrizio Torchetti, socio e amministratore unico della Torchetti srl, 33 anni di Racale; Antonio Torchetti, 71enne di Ugento, amministratore “di fatto”; Luigi Torchetti 67 anni di Racale, responsabile della gestione finanziaria. Richiesta di 2 anni per Francesco Torchetti, 78enne di Racale.

Rispondono di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e dichiarazione fraudolenta e infedele.

I dipendenti

Vi sono poi i numerosi dipendenti, per i quali è stata invocata una condanna ad 8 mesi, per concorso in truffa. Si tratta di: Luigi Caputo, 59enne di Melissano incaricato della gestione amministrativa; Renato Adamo 54enne di Racale; German Agbacou 57enne di origini senegalesi, Marcello Brocca 52 di Melissano, Giuseppe Franco Caputo 63enne di Melissano, Tiziano Cataldo, 50 anni di Racale; Domenico Colona, 42enne di Melissano, Romolo De Giorgi 42 enne di Salve; Donato De Marco, 50 anni di Melissano; Mauro De Marco, 50enne di Taviano; Luigi De Vitis 63 anni, di Racale, Tiziano Gravili 37 anni di Melissano, Pasquale Lecci 45enne di Taviano; Antonio Lupo 49enne di Casarano; Cosimo Manco 46enne di Ugento.

E ancora: Andrea Manni 36 anni di Racale; Enrico Margherito 52enne di Racale; Luigi Meleleo 46 anni di Taviano; Daniele My 43enne di Racale; Sergio Olive 53 anni di Racale; Ornella Pindinello 56 anni di Racale; Tiziano Pisanello 47enne di Melissano; Alessandro Potenza 45 anni di Melissano; Giacinto Rizzo 60 anni di Alliste; Alberto Sales 51 anni di Taviano; Stefano Scarcella 52enne di Taviano; Giuseppe Schito, Sergio Schito 47 anni di Gallipoli; Antonio Sicuro 59 anni di Racale; Giuseppe Spennato 41 anni di Racale; Enrico Stefani 49enne di Melissano; Salvatore Timo 44 anni di Taviano; Federica Torchetti 41enne di Racale; Francesca Torchetti 39 enne di Racale; Renato Trianni 55 enne di Alliste; Francesco Marti 57 anni e Gianluca Simeone 45 anni, entrambi di Racale.

Gli imputati sono difesi dagli avvocati Luigi Rella, Ester Nemola, Luigi Covella, Giovanni Bellisario, Donato Mellone, Dimitry Conte, Luigi Piccinni, Francesco Fasano, Francesco Zompì, Stefano De Francesco, Anna Grazia Maraschio, Mauro Marzano, Pompeo Demitri, Marco Costantino.

Le indagini

Le indagini condotte dagli uomini della Guardia di finanza della tenenza di Casarano e coordinate dal sostituto procuratore Francesca Miglietta hanno riguardato le due sedi di Racale e Ugento. I presunti addebiti riguardano un arco temporale che va dal 2010 al 2014.

Secondo l’accusa, i vertici dell’azienda avrebbero simulato una crisi aziendale per avere accesso ai contributi. Non solo, avrebbero anche innescato un meccanismo per evitare di versare le imposte, per milioni di euro, dovute al fisco.

Le cifre parlano di 8 milioni di euro fatturati in “nero”; un’evasione delle tasse per circa 3 milioni di euro e dell’Iva per 1,6 milioni. Inoltre, l’azienda avrebbe ricevuto 171mila euro di contributi pubblici nell’arco di tre anni.

I dipendenti, pur essendo a conoscenza della frode fiscale, avrebbero beneficiato dei compensi ricevuti, nonostante risultassero in cassa integrazione. I finanzieri avrebbero trovato “tracce” della maxi truffa nei libri extracontabili che erano stati nascosti in una intercapedine dello showroom aziendale.

In data 11 luglio scorso, i finanzieri eseguirono un sequestro preventivo di beni immobili, quali terreni e fabbricati e disponibilità finanziarie per circa 5 milioni di euro.



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