Maxi truffa all’INPS con i falsi braccianti per ottenere indennità Covid. Chiusa l’inchiesta. 49 indagati

I fatti contestati dalla Procura si sarebbero verificati, tra il 2019 ed il 2020, a Lecce, Trepuzzi, Surbo, Campi Salentina, Squinzano

INPS, Lecce (ph. Dario Calcagnile)

Una maxi truffa all’INPS, utilizzando lo stratagemma dei falsi dipendenti di una società agricola. È quanto emergerebbe dall’avviso di conclusione indagini a firma del pm Maria Consolata Moschettini, in cui compaiono i nomi di 49 indagati. Tra di essi: M.P., 45enne di Surbo, amministratore di fatto della società agricola con la partecipazione di I.B., 52 anni, sempre di Surbo e P.I., 59 anni, di Trepuzzi, nelle vesti di legale rappresentante della società. Quest’ultimo avrebbe, però avuto il ruolo di mero prestanome. L’uomo disoccupato e con problemi economici, sarebbe stato indotto ad assumere la suddetta carica con la promessa di un aiuto finanziario e con la rassicurazione che “non gli sarebbe successo nulla”.

M.P., la “mente” della truffa, avrebbe presentato A.B (come suo fidanzato) a P.I., rassicurandolo che si sarebbero occupati dell’apertura del conto in banca, dell’assistenza fiscale e del pagamento per l’atto costitutivo della società presso il notaio. P.I. veniva poi istruito su cosa doveva dire agli organi ispettivi in caso di controlli.

Tra gli indagati, compaiono anche i nominativi dei 46 finti braccianti, residenti tra Lecce, Trepuzzi, Surbo, Campi Salentina, Squinzano etc. Grazie a questo meccanismo truffaldino, i falsi dipendenti avrebbero indebitamente percepito, tra il 2019 ed il 2020, ai danni dell’INPS, la corrispondente somma delle indennità da Covid 19, disoccupazione e maternità.

Le indagini condotte dal Nucleo dei Carabinieri dell’Ispettorato del Lavoro di Lecce, hanno portato anche al sequestro delle somme depositate sui conti correnti.

Gli indagati sono assistiti dagli avvocati: Giancarlo Dei Lazzaretti, Giuseppe Sessa, Mario Ciardo, Christian Quarta, Andrea Capone, Oronzo Chironi, Giulio Insalata, Salvatore a Leone, Stefano Pagliola, Cosimo Rampino, Silvio Giardiniero, Giuseppe Talò, Carmine Giovanni Miglietta, Chiara Fanigliulo, Giuseppe Rampino, Marco Pezzuto, Giuseppe Bianco, Francesco D’Agata, Marcello Isceri, Viola Messa, Giuseppe Gennaccari. Hanno venti giorni a disposizione per chiedere di essere interrogati o produrre memorie difensive.



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