
Avrebbe utilizzato metodi violenti contro uno scolaro e un maestro in pensione è stato condannato a una pena lieve, di 1 mese di reclusione. Il giudice monocratico Alessandra Sermarini ha ritenuto il 69enne di Morciano di Leuca, O. S., colpevole del reato di “abuso dei mezzi di correzione” ( sospensione della pena e non menzione della condanna) Inoltre, è stata disposto il risarcimento del danno in favore della vittima, da liquidarsi in separata sede.
I genitori del bambino si sono costituiti parte civile, attraverso l’avvocato Giovanni Chiffi. L’imputato è difeso dai legali Giuseppe Fersini e Giuseppe Picci. Durante la discussione in aula, il vpo d’udienza Antonio Zito ha invocato la condanna a tre mesi di reclusione.
I fatti contestati
I fatti sarebbero avvenuti tra il 2010 ed il 2012 e gli investigatori ricostruirono la vicenda, grazie alla testimonianza di un giovane alunno che, per un certo periodo, aveva anche smesso di frequentare la scuola.
Gli episodi contestati al maestro, all’epoca dei fatti in servizio presso la Scuola Elementare di Morciano di Leuca, sono tre. Il primo risale all’anno scolastico 2010/11, quando lo studente frequentava la terza elementare: durante la lezione, O.S. avrebbe sbattuto ripetutamente la testa dell’allievo contro il muro della classe. Ci sarebbero, poi, due altri casi: uno schiaffo rifilato al ragazzino che perse anche sangue dal labbro, durante l’anno scolastico successivo ed infine il colpo al collo del piccolo alunno, in quinta elementare, con una specie di mossa di Karate, per una parolaccia rivolta ad una sua compagna di classe. Quest’ultimo episodio sarebbe avvenuto durante l’ora di supplenza e fu proprio la supplente a riferire agli investigatori che O.S., si rese protagonista di questa mossa di arte marziale.
Il ragazzo, in seguito a quest’ultimo episodio, rientrò a casa dolorante, ma disse di essersi fatto male da solo. La madre, però, non gli credette e ben presto emerse un’altra ricostruzione dell’accaduto.
I genitori del ragazzo decisero così di presentare una denuncia presso gli uffici del Commissariato di Taurisano.
Nel corso delle indagini preliminari, il sostituto procuratore Stefania Mininni ottenne dal gip Antonia Martalò di poter sentire lo studente attraverso l’incidente probatorio. Nel corso dell’ascolto protetto il ragazzino confermò l’episodio, rivelando gli episodi di maltrattamento, consumatisi negli anni scolastici precedenti. Vennero così contestati al maestro, i reati di abuso dei mezzi di correzione e percosse.
Durante il dibattimento, alcuni docenti (ad esclusione della supplente sopracitata), invece, hanno affermato di non essersi accorti dei comportamenti violenti del collega.