Un crollo tragico e improvviso, nel quale perse la vita il proprietario di un'abitazione di Otranto. Oggi la Corte d’appello presieduta da Nicola Lariccia ha dichiarato estinti per prescrizione , i reati contestati a carico del progettista dell'edificio Cataldo Russo, 46enne di Otranto; Giorgio Campa, 58enne di Bagnolo del Salento, legale rappresentante della "Cc investimenti"; Paolo Calogiuri, 39enne di Lecce.
Nello specifico, i giudici hanno accordato le attenuanti generiche sia per Russo che per Calogiuri ( per Campa erano già state accordate) e ciò a permesso che scattasse il meccanismo della prescrizione. Ricordiamo che si tratta di un processo di Appello bis, poiché la Corte di Cassazione aveva annullato con rinvio il processo di secondo grado. Era stato difatti accolto, il ricorso presentato dagli avvocati, Ubaldo Macrì, Luigi Corvagliae Cristiano Solinas. I difensori dei tre imputati sostenevano come il pubblico ministero Giovanni Gagliotta avesse iscritto tardivamente le parti nel registro degli indagati; ciò avrebbe loro impedito di partecipare all'accertamento tecnico che pur essendo "sulla carta" ripetibile sarebbe risultato irripetibile, poiché riguardava la stratigrafia delle macerie, che sarebbero poi state rimosse dal luogo della tragedia .
Il terribile crollo della palazzina, avvenne in via Faccolli, nella serata del 9 febbraio 2005. Secondo l'accusa il cedimento della struttura sarebbe stato causato dai lavori di scavo di un terreno adiacente all'abitazione del 68enne Mario Pellegrino.
Il processo di Appello ( poi annullato dalla Cassazione) aveva confermato le condanne inflitte in primo grado. Quest'ultimo si celebrò dinanzi al giudice Pasquale Sansonetti del tribunale monocratico di Maglie, nel novembre 2009 furono condannati per i reati di omicidio colposo e disastro colposo a: 2 anni e 10 mesi di reclusione il progettista dell'edificio Cataldo Russo, 48enne di Otranto; 1 anno e 4 mesi di reclusione per Giorgio Campa, 60enne di Bagnolo del Salento, legale rappresentante della "Cc investimenti; 1 anno a Paolo Calogiuri, 41enne di Lecce, legale rappresentante della ditta che avrebbe dovuto realizzare la palazzina.
Vennero poi assolti invece per non aver commesso il fatto, i proprietari del terreno su cui si stavano eseguendo i lavori, insieme al direttore dei lavori e al dirigente dell'ufficio tecnico del Comune.
