Vendetta o rapina finita in tragedia? Le piste per risolvere il giallo di Castri di Lecce

Aperta un’inchiesta per omicidio volontario, al momento a carico di ignoti, al fine di far luce sulla morte di Donato Montinaro, il falegname in pensione di Castri di Lecce, trovato senza vita all’interno della sua abitazione in Via Roma.

Rapina finita nel peggiore dei modi, vendetta, punizione per qualche sgarro o un omicidio studiato. Nessuna pista può essere esclusa per risolvere il mistero della morte di Donato Montinaro, falegname in pensione di Castri di Lecce, trovato senza vita nella sua abitazione in via Roma, dove viveva con la figlia disabile che non si sarebbe accorta di nulla.

Conosciuto e benvoluto da tutti, nonostante le indiscrezioni trapelate di alcune ombre nel suo passato, il 76enne è stato trovato della domestica, la donna che lo aiutava nelle faccende di casa, legato mani e piedi con delle fascette di plastica, immobilizzato alle gambe del tavolo della cucina con del nastro da imballaggio, incappucciato con un lenzuolo e massacrato di botte. Pugni e calci, anche se bisognerà attendere l’autopsia del medico legale Roberto Vaglio che dovrà dare le prime risposte sugli ultimi minuti di vita dell’uomo. Attimi che devono essere stati terribili, vista la scena agghiacciante che si è palesata davanti agli occhi della poveretta che gli faceva visita ogni mattina per le pulizie.

Non solo, poiché il falegname potrebbe essere stato ucciso da più di una persona. Chi ha agito, secondo gli investigatori, lo avrebbe fatto con premeditazione.

Le piste

Che cosa sia accaduto nella villetta che si affaccia sulla strada per Vernole resta al momento un mistero. Si indaga per omicidio volontario, a carico di ignoti. È questo il reato scritto nel fascicolo di inchiesta aperto dal pm di turno Maria Consolata Moschettini.

Si scava nel passato dell’uomo che – sempre secondo la prima ricostruzione dell’accaduto – avrebbe aperto la porta al suo assassino (o ai suoi assassini). In casa non sarebbero stati trovati segni di scasso, porte e finestre sembrano non essere state toccate da mani estranee e si sta cercando di capire cosa potrebbe mancare all’appello nell’ordine lasciato nonostante la fine tragica riservata all’uomo.

Ma cosa poteva nascondere un pensionato? I risparmi di una vita? Potrebbe essere stato picchiato e minacciato per costringerlo a confessare dove teneva nascosti i soldi? E dopo aver ottenuto quello che volevano lo hanno lasciato morire mentre la figlia si trovava in camera da letto per nulla in grado di comprendere cosa fosse accaduto? O c’è dell’altro? Nessuna ipotesi può essere esclusa.

Ci sono tanti pezzi del puzzle da mettere insieme. Dal contenuto del telefono cellulare che potrebbe “nascondere” informazioni utili sulle ultime ore di vita alle immagini delle telecamere di videosorveglianza installate nella zona che potrebbero aver ripreso qualche particolare utile. Dalla ricostruzione della sua vita privata e delle sue conoscenze in paese, all’autopsia che potrebbe chiarire le cause della morte. Solo allora si saprà se il 75enne è morto per le lesioni provocate dal pestaggio o per soffocamento.

Le indagini sono solo all’inizio.



In questo articolo: