
Quel dolore alla gamba che Emanuele Levante descrisse al medico operante presso il Pronto soccorso del 'Fazzi' (la sera dello scorso 9 ottobre 2015) e ad un altro medico del 118, il giorno successivo, non ha niente a che vedere con la sua morte, sopravvenuta probabilmente per altre cause. Così, dopo più di 5 mesi di esami e riscontri effettuati dai due medici legali Biagio Solarino e Francesco Bruno – incaricati dal Gip Maria Vallefuoco – l’unica certezza è che il magistrato non ha trovato nessun nesso di causa tra la visita eseguita al Pronto soccorso e la morte successiva del paziente. Ragion per cui la dottoressa Vallefuoco ha chiesto l’archiviazione dell’indagine della Procura.
Le cause della morte del giovane di Novoli non sono state ancora pubblicate, pertanto – sottolinea l'associazione 'Salute Salento' in una nota stampa che informa la redazione sulla richiesta del Gip – non c’è nulla di ufficiale. C’è solo che il giudice, di fronte ai risultati emersi dopo indagini laboriose e complesse effettuate sui tessuti e in ambito tossicologico, ha proposto l’archiviazione tecnica. Soddisfatto dell’esito, ovviamente, il medico del pronto soccorso che la sera prima del decesso aveva visitato il ragazzo e che aveva seguito i protocolli previsti nella circostanza. "Ancora non conosciamo gli elementi che hanno indotto il magistrato a proporre l’archiviazione – ha spiegato a Salute Salento il medico “indagato”– bisognerà attendere almeno una settimana perché vengano resi noti". "Nel frattempo – spiega – c’è sempre la possibilità di appellarsi all’archiviazione. Quel che è certo – sottolinea – è che chi ha fatto le indagini ha concluso che non ci sono elementi per andare avanti".
Ma allora quali potrebbero essere le cause della morte, visto che sicuramente non possono essere addebitare a una banale “lombosciatalgia”? (la presumibile patologia con la quale si era presentato al Pronto soccorso). Qualche medico ha parlato di “morte elettrica”, altrimenti detta “morte improvvisa”, termine tecnico con il quale viene indicato l’arresto cardiaco per aritmia insorta. La proposta dell’archiviazione è stata accolta con grande partecipazione dal primario del Pronto soccorso Silvano Fracella. "Per me l’aspetto importante, di cui peraltro eravamo certi, è che sono stati esclusi nessi di causalità fra il dolore alla gamba e la morte – ha detto fuori dai denti a Salute Salento – quindi il medico del Pronto soccorso non c’entra niente".
E aggiunge, volendosi togliere un grosso sasso dalla scarpa: "Era stato detto e scritto che eravamo degli assassini. Adesso esigerei che venga detto chiaramente che non c’entrano niente i medici. Me la prendo anche con Canale 5 , che ne aveva parlato come di uno scandalo della malasanità".
"Credo che abbiamo diritto ad una rettifica e a una replica", conclude. Nei prossimi giorni il dottore Fracella pensa di impegnare l’ufficio comunicazione della Asl perché venga diffuso un comunicato sull’esito di una vicenda che per mesi ha messo in cattiva luce gli operatori dell’azienda sanitaria leccese.