Una vicenda intricata che ha in serbo, con buona probabilità, nuovi colpi di scena imminenti. Nell’omicidio di Noemi Durini scende in campo anche il legale Walter Biscotti, già noto nell’ambito della sua professione forense esercitata in più di un caso balzato alla ribalta delle cronache nazionali.
Chi è il nuovo legale dei Durini
Si chiama Walter Biscotti, avvocato del foro di Perugia, già difensore della mamma di Sarah Scazzi nell’omicidio di Avetrana e legale, inoltre, di Salvatore Parolisi nella tragica vicenda dell’omicidio di Melania Rea. Un alto profilo professionale consolidato e d’esperienza, l’Avvocato fu anche parte civile negli ultimi processi contro le Brigate Rosse. Biscotti si è recato, in queste ore, proprio a Specchia per prendere in mano i fascicoli del caso.
Le prime dichiarazioni
Secondo il nuovo legale, fotemente voluto ed interpellato dal padre della giovane Noemi, Umberto Durini, “occorre chiarire in particolare il ruolo del padre del diciassettenne”, così come dichiarato all’Ansa. “Umberto Durini – ha riferito l’avvocato Biscotti – vuole ringraziare le forze dell’ordine e tutti quelli che hanno collaborato alle indagini. Chiede che rimanga alta l’attenzione sul caso perché ci sono punti ancora oscuri legati alla confessione del ragazzo”.
La vicenda
È l’alba del 3 settembre 2017 quando, L.M. di 17 anni, conduce la 16enne Noemi, con la quale intrattiene una relazione sentimentale da oltre un anno, in una campagna nei pressi di Castrignano del Capo che si scoprirà essere, inoltre, terreno di proprietà dei parenti del ragazzo e che, pertanto, quest’ultimo ben conosceva.
Noemi, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti e alla luce dei primi esiti dell’autopsia, verrà picchiata brutalmente dal ragazzo e conseguentemente uccisa con armi taglienti di varia origine e natura.
Il 17enne abbandonerà successivamente il suo corpo senza vita nei pressi di un muretto di pietre all’interno dello stesso terreno e dove, il cadavere della ragazza, resterà fino al suo ritrovamento il 13 settembre, su indicazione di L.M. che confesserà l’omicidio.
La premeditazione e l’arma del delitto
Il decreto di convalida di fermo in capo a L. M., reo confesso dell’omicidio, parla di premeditazione dell’azione delittuosa e di possibilità di reiterazione del gesto omicida.
La pista investigativa, pertanto, ritiene plausibile la possibilità che L.M. avesse pianificato l’uccisione della giovane, forse, coadiuvato da un complice del quale lo stesso tuttavia nega l’esistenza.
Molti degli interrogativi che ancora non trovano risposta potrebbero essere chiariti dal ritrovamento dell’arma del delitto che, in questo caso, ha un ruolo quanto mai centrale.
Nella giornata di ieri ulteriori due perquisizioni sono state operate con accuratezza degli investigatori, alla ricerca del manico dell’arma, che il ragazzo dice invece di aver seppellito in un luogo che non saprebbe indicare.
Esito negativo anche in questo caso, tuttavia si prosegue la ricerca di un coltello, forse due, che potrebbe essere compatibile con l’arma disegnata da L. M. agli inquirenti durante un interrogatorio. Quest’arma viene identificata con quella che avrebbe inferto il colpo mortale alla giovane, in aggiunta alle ferite provocate dal pestaggio a mani nude.
