L.M., 17enne reo confesso dell’omicidio di Noemi Durini, ha compiuto il delitto da solo e solo è stato riscontrato sul luogo del delitto. A darne prova sono state le immagini acquisite nei giorni scorsi dagli inquirenti. Le telecamere di videosorveglianza della viletta situata di fronte all’ingresso del terreno dove Noemi è stata condotta per essere successivamente picchiata brutalmente ed uccisa hanno filmato un immagine inequivocabile.
Le immagini di via Enea
C’è l’auto, la Fiat 500 dei genitori del ragazzo, che entra nel terreno con due passeggeri al suo interno, L.M. e Noemi Durini. Ad uscire dallo stesso luogo, poco dopo, è la stessa autovettura con a bordo soltanto il conducente, il ragazzo che aveva già abbandonato il corpo senza vita della giovane ragazza. Nessuna auto a seguirli, nessuna terza persona, solo L. M. e Noemi. L’ipotesi che un complice abbia potuto prendere parte all’omicidio sfuma e la posizione del 17enne, a questo punto, si consolida come unico responsabile del crimine. Quella tragica notte tra il 2 ed il 3 settembre, nessuna altra auto varcherà l’ingresso di quel suolo, eccetto la Fiat 500 del reo confesso.
Il rientro a casa dopo l’omicidio
Anche durante il tragitto che lo ha riportato a casa, a Montesardo di Alessano, L.M. è stato immortalato da una serie di immagini messe insieme dalle telecamere di sorveglianza disseminate sul percorso seguito dal ragazzo, che hanno permesso di ricostruirne gli spostamenti e che confermano il ritorno del 17enne a casa intorno alle 7 di quella mattina. Neanche in questa fase, la 500 bianca sarà seguita o scortata da alcuna altra automobile, L.M. sarà sempre da solo.
Quanto è emerso, pertanto, combacia con quanto sostenuto dal ragazzo fin qui. Il giovane, accusato di omicidio premeditato, si trova attualmente recluso in Sardegna.
