Nuovo processo per un magistrato ed una ex poliziotta, accusati dalla Procura di avere agevolato l’attività di due “lucciole” in una casa-vacanze a Lecce.
Nelle scorse ore, il gup Angelo Zizzari ha rinviato a giudizio con l’accusa di favoreggiamento della prostituzione: Giuseppe Caracciolo, 64enne leccese, esperto in Diritto Tributario e Pasqua Biondi, 57enne, poliziotta in aspettativa di Brindisi. Nel corso dell’udienza preliminare, il magistrato si è sottoposto all’interrogatorio, sottolineando che i servizi offerti dalla casa-vacanze, non erano finalizzati ad agevolare in alcun modo la prostituzione e di essere all’oscuro dell’attività di meretricio.
La prima udienza del processo è fissata per il 6 luglio, dinanzi ai giudici in composizione collegiale.
Ricordiamo che nel marzo scorso, il collegio della prima sezione (presidente Fabrizio Malagnino), attraverso apposita ordinanza, aveva accolto l’istanza di nullità del decreto di rinvio a giudizio, a firma del gip, accogliendo il ricorso della difesa. Gli avvocati Ladislao Massari e David Brunelli avevano, infatti, sottolineato come i due imputati non avessero ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini. È ciò ha comportato la suddetta nullità. Gli atti sono tornati al pubblico ministero che ha chiesto nuovamente il rinvio a giudizio.
Giuseppe Caracciolo e Pasqua Biondi erano stati precedentemente rinviati a giudizio dal gup Marcello Rizzo, al termine dell’udienza preliminare, con l’accusa di favoreggiamento della prostituzione. In precedenza, la Procura aveva modificato l’iniziale ipotesi di reato di sfruttamento della prostituzione.
Ricordiamo, infatti, che nel dicembre del 2020, la Corte di Appello (Presidente Vincenzo Scardia) aveva disposto l’annullamento della sentenza di condanna maturata in primo grado.
Il gup Carlo Cazzella, al termine del giudizio abbreviato, aveva condannato i due imputati alla pena di 1 anno ciascuno, ma derubricando il reato in favoreggiamento della prostituzione e disponendo la sospensione della pena e la non menzione della condanna.
Le prostitute avrebbero offerto, secondo l’accusa, prestazioni sessuali a pagamento all’interno della casa-vacanze di proprietà del magistrato. E in data 1 luglio del 2016, vennero apposti i sigilli all’appartamento. Le indagini, avviate dopo la segnalazione di alcuni condomini, sono state condotte dagli uomini della Squadra Mobile di Lecce. I poliziotti, attraverso appositi appostamenti, hanno filmato la presunta attività illecita. Successivamente, il pm ha revocato il sequestro preventivo dell’appartamento “incriminato”. Durante le indagini si è anche svolto l’incidente probatorio. Sono state ascoltate due prostitute, al fine di verificare se il magistrato indagato fosse a conoscenza che in quell’appartamento vi fosse un giro a “luci rosse”.
