Omicidio Capocelli e spaccio di droga: cinque imputati chiedono il rito abbreviato

Intanto la Procura, nel corso dell’udienza preliminare, ha modificato il capo d’imputazione, escludendo l’aggravante dei motivi abietti e futili.

Cinque imputati chiedono il rito abbreviato nel corso l’udienza preliminare presso l’aula bunker di Borgo San Nicola, relativa all’inchiesta sulla morte di Mattia Capocelli, il giovane freddato con un colpo di pistola nei pressi di un fast food a Maglie.

Tale istanza è stata avanzata dalla difesa, dinanzi al gup Marcello Rizzo, dopo che il Pm Maria Consolata Moschettini ha modificato l’imputazione originaria. La Procura, pur confermando l’accusa di omicidio volontario, ha escluso l’aggravante dei motivi abbietti e futili relativi alla gestione ed allo spaccio di sostanze stupefacenti. Ciò poteva significare per un imputato una condanna all’ergastolo e impediva l’ammissibilità del rito abbreviato, in base alla nuova legge.

Nello specifico, gli avvocati Dimitry Conte e Amilcare Tana, legali di Simone Paiano, 25 anni di Maglie accusato di omicidio volontario hanno chiesto l’abbreviato condizionato all’ascolto del fratello Andrea (a cui si è opposto il pm) ed in subordine, l’abbreviato secco.

Gli altri imputati: Salvatore Maraschio, 25 anni, detto “Toto”; Marco Cananiello, detto “Bravo”, 21 anni; Andrea Marsella, 27enne, detto “Banderas” (tutti di Maglie); Giorgio Rausa, detto Giorgino, 24 anni di Scorrano hanno richiesto l’abbreviato secco.

Sono accusati di associazione mafiosa, sequestro di persona aggravato, porto abusivo d’armi e lesioni personali aggravate. Domenico Tunno 31enne e Pierlugi Esposito, 29 anni, entrambi di Maglie, accusati di favoreggiamento personale, non hanno avanzato richiesta di riti alternativi.

Il Gup scioglierà le riserve, in data 5 marzo, quando è prevista anche la requisitoria del Pm.

Il collegio difensivo è composto dagli avvocati: Dimitry Conte, Amilcare Tana, Simone Viva, Giuseppe Presicce, Luigi Corvaglia, Vincenzo Blandolino, Roberta Cofano, Antonia Candido, Alessandra Luchina.

I familiari di Mattia Capocelli (i genitori, il fratello e la nipote) nel corso dell’udienza preliminare, si sono costituti parte civile e hanno invocato un maxi risarcimento complessivo di 1 milione e mezzo di euro. Sono assistiti dai legali Alberto ed Arcangelo Corvaglia.

Occorre ricordare che anche Andrea Paiano, il fratello del presunto omicida (ferito durante l’agguato), si è costituito parte civile.

L’omicidio di Mattia Capocelli

Le indagini sono state condotte dai carabinieri del Nucleo Operativo di Lecce e dai colleghi del Norm di Maglie
Come risulta nell’avviso di conclusione, a firma del procuratore aggiunto Guglielmo Cataldi e del sostituto procuratore Maria Consolata Moschettini, l’omicidio di Mattia Capocelli sarebbe maturato, a seguito di contrasti per lo spaccio di droga nel territorio magliese.

Da una parte c’era Simone Paiano, il quale dopo la sua scarcerazione nell’aprile scorso, aveva manifestato a Capocelli l’intenzione di spacciare in autonomia. In particolare, si era rifiutato di aderire e di avere rapporti “commerciali” con il clan mafioso capeggiato da Francesco Amato detto “Padreterno”, smantellato nei mesi scorsi con l’operazione “Tornado“ e di cui faceva parte anche Capocelli, oltre a Maraschio, Cananiello, Marsella e Rausa.

Attraverso l’omicidio di Capocelli, avvenuto il 25 aprile scorso nei pressi di una rivendita di panini in via Montegrappa a Maglie, Paiano voleva ottenere il controllo incontrastato dello spaccio.

Paiano, nel corso dell’interrogatorio in carcere, ha riferito di essere stato vittima di un agguato e che non aveva intenzione di uccidere Capocelli. Sul suo corpo sono state trovate delle lesioni, che in seguito alla consulenza del medico legale, sono risultate compatibili con ferite da arma da taglio.



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