Incassato un ottimo risultato in Emilia Romagna, grazie alla vittoria di Stefano Bonaccini e in Calabria, nonostante il ‘dominio’ di Jole Santelli, il Partito Democratico non ha alcuna intenzione di perdere i consensi conquistati alle regionali, anche grazie all’assist delle sardine, che hanno permesso ai dem di occupare una casella centrale nello scacchiere politico.
La parola d’ordine è “avanti tutta” per approfittare del vento favorevole, dell’aria di cambiamento che sembra aver frenato la Lega di Matteo Salvini e quasi cancellato il Movimento Cinque Stelle.
Per questo Nicola Zingaretti, forte dei risultati ottenuti ha rispolverato l’idea di una alleanza con i pentastellati per battere il centrodestra nelle ‘sue’ regioni (Veneto e Liguria) o in quelle dove la partita è, più che mai, aperta.
«Ora alleati con M5S alle regionali». È questo il messaggio lanciato dalle colonne del Corriere della Sera dal leader dem. In una intervista a Maria Teresa Meli, Zingaretti chiede ai suoi di non alzare troppo i toni con i grillini, visto il momento di ‘crisi’ che stanno attraversando, di non attaccarli e di puntare tutto su candidature comuni. Insomma, un fronte anti-salviniano compatto. Non è che questa sia una novità, dal momento che il primo timido tentativo in Umbria si era concluso con una debacle totale, al punto che Di Maio lo aveva cassato definitivamente, ma in politica nulla è definitivo: Di Maio non c’è più e non tutte le regioni sono l’Umbria.
Bisogna capire come questa stretta di mano possa concretizzarsi in Puglia, dove si sono svolte due primarie (nel centrosinistra e nei pentastellati) per scegliere chi correrà alla conquista di via Gentile. Michele Emiliano ha stravisto e non è tipo che fa passi indietro, soprattutto dopo aver lavorato cinque anni per una riconferma.
Antonella Laricchia non potrebbe scendere a patti con chi ha contrastato e criticato in tutti i modi. Sua la battaglia contro lo scandalo dei costi esorbitanti per la nuova sede della Regione dopo l’addio a via Capruzzi.
Difficile immaginare una terza candidatura comune, visto che quelle che esistono sono troppo radicate nei loro schieramenti. A chi pensa che basterebbe anche una semplice telefonata di Beppe Grillo per ‘ordinare’ ai suoi di fare i bagagli e passare sotto le insegne nel Pd per salvare il salvabile, si sbaglia. E non conosce lo spirito battagliero dei grillini pugliesi che un giorno sì e l’altro pure scrivono contro la malasanità targata Emiliano.
Certo, visto quello che è successo a livello nazionale non ci si dovrebbe meravigliare di nulla, ma in questo caso la giravolta appare improbabile.
