Operazione “Orione”: torna libero l’ex portiere del Lecce Davide Petrachi

Il Gip Vincenzo Brancato ha accolto l’istanza di annullamento della misura cautelare dei domiciliari, disponendo la scarcerazione del 31enne di Melendugno. È assistito dall’avvocato Annalisa Prete.

Torna libero Davide Petrachi, l’ex portiere giallorosso finito nelle pagine dell’inchiesta «Orione», che ha permesso di smantellare tre clan che, spartendosi il territorio, erano riusciti a creare un giro d’affari da milioni di euro.

Il Gip Vincenzo Brancato ha accolto l’istanza di annullamento della misura cautelare dei domiciliari, disponendo la scarcerazione del 31enne di Melendugno. Il portiere ha solo l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. È assistito dall’avvocato Annalisa Prete (in foto).

“Soddisfatti del fatto che il giudice abbia accolto l’istanza. Abbiamo sempre creduto all’onesta di questo ragazzo che si è sempre dedicato solo ed unicamente allo sport con una carriera brillante. Lo riteniamo estraneo ai fatti e avulso dal contesto criminoso ed il risultato di oggi conferma il convincimento della difesa” ha dichiarato l’avvocato Prete.

Le accuse

Il portiere di Melendugno risponde di detenzione e spaccio, ma anche di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti e non ha risposto alle domande del giudice, durante l’interrogatorio di garanzia.

Gli affari con la droga

«10 calcio 18», si legge in un pizzino ritrovato dagli uomini in divisa nelle campagne di Giuggianello, «dove 10 – scrive il Gip nell’ordinanza di custodia cautelare – rappresenta la quantità di sostanza stupefacente consegnata, “calcio” il nomignolo di Petrachi e “18” la data di consegna probabilmente della cocaina».

In questi bigliettini con cui il clan teneva la contabilità, sarebbero contenute le accuse all’ex maglia giallorossa che – come ricostruito – non solo era un consumatore di droga, ma faceva parte del gruppo criminale con il ruolo di spacciatore. Lo dimostrerebbero, anche, alcune intercettazioni.

Il 25 giugno 2015, ad esempio, Petrachi si è scusato con Paolo Merico per non essersi presentato ad un appuntamento sostenendo di essere partito, ma che sarebbe ritornato dopo pochi giorni «Mi sono dimenticato, non ci sono problemi no? Un altro portiere per giocare lo trovate dai, perdonami!». Nonostante il linguaggio “criptico”, secondo gli investigatori alludeva all’approvvigionamento dello stupefacente e al pagamento delle somme dovute.

Altra conferma: il numero di cellulare del portiere è stato trovato nella rubrica del telefono sequestrato a Merico, sotto la voce “Calcio”.

Non è l’unica intercettazione che confermerebbe l’impianto accusatorio. Alle 17.00 del 24 dicembre 2015, Petrachi ha incontrato Cosimo Miggiano come dimostra una conversazione. «Stai venendo» scrive Miggiano ricevendo come risposta da Petrachi «a quai stau».



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