Dopo due anni e mezzo di indagini, la Polizia di Lecce sta stringendo il cerchio attorno ad un clan malavitoso che si occupava del traffico di sostanze stupefacenti e di estorsioni ai danni di uno stabilimento balneare. Dalle prime ore di questa mattina, infatti, la Squadra Mobile leccese, coadiuvata da personale del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Taurisano e del Reparto Prevenzione Crimine, ha eseguito quindici ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse nei confronti di altrettanti soggetti per i reati di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, estorsione aggravata dal metodo mafioso.
L’attività investigativa ha avuto il suo inizio quando, dopo la liberazione di Tommaso Montedoro, avvenuta nel luglio del 2012, quest’ultimo appena uscito dal carcere, incontrò Rosario Sabato e fin dai primissimi giorni di libertà iniziò a riallacciare stretti contatti con lui, rapporti finalizzati soprattutto all’approvvigionamento ed allo spaccio di sostanze stupefacenti.
L’attività investigativa ha consentito di tracciare distintamente l’esistenza, sul comprensorio territoriale dei Comuni di Taurisano, Acquarica del Capo, Ugento, Matino e Casarano, di un’associazione per delinquere di stampo mafioso ricollegabile allo storico gruppo sopra citato, con collegamenti operativi con il clan dei fratelli Antonio ed Andrea Leo (chiamato “Vernel”) operativo nei comuni di Calimera, Vernole e Melendugno.
È stata inoltre documentata, sempre nella stessa area geografica, una struttura organizzativa in cui c’era stabilmente un traffico di sostanze stupefacenti alla quale partecipavano, oltre agli appartenenti della citata organizzazione di stampo mafioso, altri soggetti inclini allo spaccio di sostanze stupefacenti.
L’ordinanza è stata emessa nei confronti di: Tommaso Montedoro, 44enne di Casarano, già detenuto; Rosario Sabato, detto “lu pisciatu”, 36enne di Taurisano ed attualmente sottoposto agli arresti domiciliari; Cengs De Paola detto “fucilla”, 39enne di Acquarica del Capo; Stefano Ancora detto “Steo”, 49enne di Taurisano; Daniele Manco, 38enne di Taurisano; Marco Antonio Giannelli, 31enne di Parabita; Rocco Trecchi, 37enne di Taurisano, Adamo Causo, 44enne di Ugento; Martinantonio Manco, detto “Martin”, 43enne di Taurisano; Antonio Parrotto, detto “Panta”, 36enne di Casarano; Carmelo Mauro, 44enne di Taurisano, già detenuto; Alessandro Esposito, 23enne di Tricase; Enzo Sabato, 39enne di Casarano; Gregorio Leo, 50enne di Vernole; Cristiano Cera, 23enne di Ugento.
Nel corso delle indagini sono stati effettuati alcuni interventi di polizia giudiziaria che hanno permesso l’arresto in flagranza di reato di: Antonio Parrotto, avvenuto in data 26 settembre 2012, per detenzione ai fini di spaccio di 4,6 grammi di cocaina; Cristiano Cera, avvenuto il 12 aprile 2013, per detenzione a fine di spaccio di 109,1 grammi di cocaina; Carmelo Mauro, avvenuto il 7 giugno 2013, per detenzione a fine di spaccio di 152 grammi di cocaina e tentato omicidio ai danni di un operatore di Polizia commesso al fine di sottrarsi all’arresto; il fermo di Polizia Giudiziaria, disposto dal P.M., eseguito il 7 giugno 2013, per Tommaso Montedoro e Rosario Sabato, per avere in concorso tra loro detenuto ai fini di cessione ad altri alcuni quantitativi di cocaina, cedendone 152 grammi a Carmelo Mauro.
Il 19 aprile 2013, inoltre, ci fu il sequestro, a carico di ignoti, di 1,596 Kg. marijuana depositata in “Contrada Palla” sulla “Circonvallazione Est” della periferia di Casarano. I gravi indizi acquisiti nel corso delle investigazioni, hanno permesso di accertare che la sostanza era riconducibile a Montedoro e Sabato.
L'indagine ha fatto luce anche su un giro di estorsioni ai danni dei gestori dei lidi balneari nelle zone di Ugento e Santa Maria di Leuca. in particolare, Cengs De Paola imponeva ai gestori deigli stabilimenti balneari nella zona compresa tra Ugento e Santa Maria di Leuca il servizio di tutela chiamato "guardiania", costringendo i gestori dei lidi a rivolgersi a lui al fine di ottener “protezione” , imponendo loro l’assunzione di soggetti da lui segnalati.
All’interno dell’associazione criminale spicca il ruolo assunto dalle donne che facevano da tramite nei rapporti tra Tommaso Montedoro e Rosario Sabato, i quali evitavano accuratamente di avere contatti diretti.
La complessa attività investigativa permetteva di documentare la “ vicinanza” tra Tommaso Montedoro e Gregorio Leo, reggente del gruppo denominato “Vernel”, fratello di Andrea ed Antonio, reclusi in carcere. I tre fratelli Leo sono esponenti apicali del gruppo criminale operante nei territori di Melendugno e Vernole. Il legame tra i due gruppi criminali era fondato soprattutto su un patto di mutuo soccorso basato sul regolare versamento di denaro alla famiglia Leo e sulla fornitura di sostanza stupefacente da parte di montedoro ai sodali di Leo.
Questi i fatti descritti dagli inquirenti in sede di conferenza stampa. Ora si attende che la Giustizia prosegua nel suo corso.