Presunti abusi edilizi a Riva degli Angeli, il Ministero dell’Ambiente potrebbe costituirsi parte civile

Le indagini disposte dalla procura due anni fa, che portarono al sequestro preventivo del complesso turistico di Porto Cesareo, si sono concluse con la richiesta di rinvio a giudizio per dodici persone.

Oggi era il giorno del processo sui presunti abusi edilizidi "Riva degli Angeli" ed il giudice ha "citato" come parte civile il Ministero dell'Ambiente, che potrà adesso "costituirsi" già dalla prossima udienza preliminare dell'11 aprile.
 
Il gup Vincenzo Brancato lo ha ritenuto, l'unico legittimato ad ottenere il risarcimento del danno. Invece, le due associazioni ambientaliste Italia Nostra e Lega Ambiente sono state ammesse alla costituzione di  parte civile,  ma potranno ottenere soltanto il risarcimento del danno "d'immagine". Nella giornata odierna, inoltre, non sono state avanzate richieste di riti alternativi da parte dei difensori, per cui nella prossima udienza dovrebbe discutersi del semplice rinvio a giudizio. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Giuseppe e Michele Bonsegna, Arturo Balzani, Italo Foggetti, Luigi Covella, Antonio Savoia, Giuseppe De Luca, Giuseppe Romano, Elvira Durante, Pietro Quinto ed Antonio Quinto.
 
La vicenda giudiziaria ebbe inizio con le indagini disposte dalla procura due anni fa, che portarono al sequestro preventivo del complesso turistico Riva degli Angeli che sorge a Torre Lapillo, lungo la litoranea nord, in direzione di Taranto. Venne fuori così, l'accusa di presunti interventi edilizi non consentiti dalla legge in una zona agricola di salvaguardia paesaggistica.
 
Il sostituto procuratore Carmen Ruggiero ha chiesto il rinvio a giudizio per dodici dei tredici indagati. Gli illeciti coinvolgerebbero alcuni ex primi cittadini, tecnici, dirigenti del comune ionico salentino che adesso rischiano di finire sotto processo, con le accuse di lottizzazione abusiva, abusivismo edilizio, falsità ideologica e omessa denuncia da parte di pubblico ufficiale tra i quali: Giuseppe Durante detto Pippi, titolare del complesso; gli ex sindaci Ferruccio Mele, 68 di Copertino, Rocco Durante, 67 anni e Fernando Gardelicchio, 60 anni entrambi di Porto Cesareo; i tecnici che si sono occupati degli interventi all’interno del villaggio: gli ingegneri Cosimo Muscogiuri, 69enne di San Pancrazio Salentino, Antonio Nestola 60 anni e Cataldo Basile 41 anni tutti e due di Porto Cesareo; il geometra 41 enne Cosimo Spagnolo di Porto Cesareo; l’ingegnere Giovanni Ratta, 62 anni di Leverano, ex responsabile dell’ufficio tecnico di Porto Cesareo; Maurizio D’Andria, 55 e Pietro Viva, 39 anni, entrambi di Porto Cesareo e geometri dell’Ufficio Tecnico;  Tarcisio Basile, 59enne di Porto Cesareo responsabile dell’Ufficio urbanistica ed edilizia. Il Pm Ruggiero ha stralciato soltanto la posizione relativa al comandante della polizia municipale Romolo Peluso.
 

Infatti, dalle indagini condotte dai carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Campi e dalla perizia del consulente della Procura emergerebbero la realizzazione di manufatti edilizi mai autorizzati e di opere che, anche se formalmente munite di titolo, erano il frutto di continua ed illecita trasformazione urbanistico-edilizia, eseguita a partire dal biennio 1984-85.



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