Presunti incarichi pilotati, favori e regali. Tre commercialisti tornano liberi

Il Tribunale del Riesame di Potenza, dopo l’udienza di martedì scorso, ha accolto in parte i ricorsi delle difese.

Tornano in libertà, i tre commercialisti arrestati nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Potenza su di un presunto giro di nomine e incarichi pilotati al Tribunale fallimentare di Lecce.

Il Tribunale del Riesame di Potenza, dopo l’udienza di martedì scorso, ha accolto in parte i ricorsi delle difese. I giudici hanno, infatti, revocato la misura dei domiciliari, sostituendola però con il divieto di esercitare la professione per un anno per Massimo Bellantone, 57enne originario di Guagnano, ma residente a Lecce (assistito dall’avvocato Amilcare Tana); Marcello Paglialunga, 58 anni di Nardò (assistito dagli avvocati Alberto Gatto e Luigi Vetere) ed Emanuele Liaci, 54 anni di Gallipoli (difeso dall’avvocato Luigi Suez).

Invece, è stata rigettata l’istanza per l’avvocato Alberto Russi, 53 anni di Lecce (difeso dagli avvocati Roberto Rella e Fabrizio D’Errico), che resta ai domiciliari.

Anche il giudice Pietro Errede 55 anni, residente a Lecce (difeso dagli avvocati Michele Laforgia e Donatello Cimadomo), resta ai domiciliari poiché ha rinunciato al Riesame.

Ricordiamo che nelle settimane scorse, i cinque arrestati, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.

Le accuse contestate a vario titolo ed in diversa misura agli indagati, sono quelle di tentata concussione, corruzione, turbativa d’asta, estorsione, tentata estorsione.

Invece, si conoscerà nei prossimi giorni, la decisione in merito agli appelli della Procura (discussi sempre martedì scorso), che aveva impugnato in alcuni punti l’ordinanza del gip Salvatore Pignata. I pm, occorre ricordare, hanno chiesto il carcere per Errede, Russi e per l’avvocato Antonio Casilli, 59 anni di Lecce, che è indagato a piede libero (difeso dall’avvocato Francesco Vergine).

Non solo, poiché la Procura ha chiesto i domiciliari per il magistrato Alessandro Silvestrini, 67enne, residente a Lecce (avvocati Luigi Covella e Leonardo Pace) e per il consulente Giuseppe Evangelista, 57 anni di Lecce (difeso da Enrico Chirivì e Amilcare Tana).

Le 5 misure cautelari personali (arresti domiciliari) e reali (sequestri preventivi diretti o per equivalente) disposte dal gip Salvatore Pignata, sono state eseguite dal Nucleo di polizia economico finanziaria di Lecce, nelle settimane scorse. L’inchiesta ruota attorno ad un presunto giro di nomine e incarichi pilotati al Tribunale fallimentare di Lecce, presso il quale Errede prestava servizio all’epoca dei fatti, quale giudice delle sezioni Fallimentare/Esecuzioni immobiliari, nonché Misure di Prevenzione. Si parla anche di regali e utilità, come una collana tennis ed una vacanza in barca a vela, che il magistrato avrebbe ricevuto in cambio di favori.

Le indagini, coordinate dal procuratore di Potenza Francesco Curcio, sono state avviate nel settembre del 2021, sulla base di circostanziate denunce. E vennero eseguite una serie di perquisizioni che portarono al sequestro di una copiosa documentazione.

In base a quanto si legge nell’ordinanza di custodia cautelare, con cui sono stati disposti i cinque arresti: «Il giudice, anche grazie alla collaborazione del suo compagno convivente, avrebbe formato un circuito di professionisti di riferimento e di sua massima fiducia, a cui elargiva incarichi vari, i quali in cambio corrispondevano varie utilità al magistrato, soddisfacendo le sue richieste in relazione alla sua vita mondana, alle vacanze, agli oggetti preziosi che amava indossare. E di tali indebite corresponsioni avrebbe beneficiato anche il compagno che, dopo aver intessuto la trama corruttiva, condivideva con il giudice, secondo quanto sarebbe emerso dagli atti delle indagini, gli indebiti vantaggi dai professionisti».

 

 



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